Da piccola volevo fare la "fumettara"... Fino ai quattordici anni ho avuto le dita perennemente sporche di china. Squadravo pazientemente le tavole bianche, disegnavo la gabbia, inserivo le figure e i balloons, le ripassavo con la china e poi inserivo i testi con la matita, perché da qualche parte avevo letto che i testi andavano scritti a matita. Una pazienza da monaco amanuense! Il mio vizio? Iniziavo le storie ma le finivo solo nella mia testa, ad un certo punto dell'opera mi lasciavo prendere dallo sconforto, che, nonostante i giorni e giorni di pazienza, a volte anche mesi, prima o poi arrivava, puntuale come la morte. Questo sconforto ha accorciato sempre di più i tempi, fino a quando non ho smesso di dare inizio alle mie storie, ho messo il tappo alla fantasia e mi sono data alla ragione... Per una strana coincidenza il mio ottimismo è deceduto in contemporanea con il mio sogno di adolescente.
Mi restano solo tanti personaggi su carta che aspettavano di vivere...
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