domenica 14 luglio 2013

Dieci mesi in due valige

Ho fatto entrare dieci mesi in due valige e qualche busta.
Credo che il difficile sarà trovare un posto a questi resti di vita una volta tornata a casa, dove so bene che il posto che vorrei non esiste; non esiste lo spazio che vorrei. Probabilmente è sempre questione di luoghi, bisogna trovare quello più abitabile per sé... E la soluzione migliore sarebbe trovarlo dentro di sé questo luogo, là da dove nessuno potrà mai cacciarci via... 

C'ero riuscita, avevo chiuso porte e finestre e mi ero ritirata nella mia monadica solitudine, lontana da ogni luogo fisico... Ma si fa presto a disabituarsi: abitare se stessi richiede una tensione continua che ha come esito la pace più imperturbabile. 
Avevo trovato un luogo più accogliente della mia mente... 
E adesso riduco il luogo in pacchetti più o meno grandi e cerco di portarmelo dietro: mi stupisco che alla fine ne resti così poco... Evidentemente pensavo di occupare molto più spazio di quello che in realtà occupo; ci si stupisce sempre di quante poche siano le cose alle quali è riconducibile una vita, di quello che resta dopo che si è messa la parola fine... Tutte le volte che mi è capitato di doverlo fare mi sono sempre ritrovata con una manciata di oggetti tra le mani e il reiterato interrogativo "Ora che me ne faccio?"... Intanto sto qui a chiedermi, oggi per domani: Qual è il mio posto? Dove metto le mie cose? Dove metto la mia vita?

1 commento:

  1. belle domande, me lo chiedo anche io, ogni giorno sperando di trovarlo quel posto basta che sia via, basta che sia strada...

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