venerdì 12 settembre 2014

Esegesi del corpo

Questa sera mi concedo una cosa che ho evitato di fare per troppo tempo, almeno su questo blog: lasciar scorrere le parole così come vengono, senza sentire la necessità di dire qualcosa di significativo. La leggerezza e il disimpegno sono delle benedizioni a volte! Eppure la mia mente non riesce proprio a riversare nel solito torrente verbale tutta la sua agitazione, non come vorrei. In qualche modo mi trattengo e i sintomi di questa repressione contro me stessa diventano quasi fisici: la mente ti parla sempre attraverso il corpo e se vuoi imboccare direzioni che ti allontanino dalla catastrofe devi imparare ad essere un abile esegeta. Quella contro la propria fisicità, contro le proprie reazioni involontarie è una guerra persa in partenza. Quante volte mi sono tradita! In fondo so di volermi poco bene e le mie interpretazioni servono a poco; sì, perché non basta capirsi, non basta sapere con certezza che, quando ti costringi in abiti che non ti appartengono, il tuo corpo ti punisce togliendoti l'aria,devi anche avere il coraggio di strapparteli di dosso quegli abiti. Poi resti nuda, ma questa è un'altra storia.

2 commenti:

  1. A volte comprendere il proprio corpo non basta, molte volte l'incrinatura è dentro, il problema resta quello di scavare senza far crollare le pareti. :D
    Mi ha sempre incuriosito la maniera in cui non solo comunichiamo con il nostro corpo, ma siamo il nostro corpo...

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