Oggi
è una giornata di vento, una di quelle in cui la natura sembra urlare, sembra
voler dare una scossa al mondo intero. Oggi sento tutto di più, quasi colta da
una forma di ipersensibilità, che mi porta a essere lenta, a soffermarmi.
È
incredibile come un distacco momentaneo e forzato dall'abitudine possa incidere
sul modo di sentire e di pensare. Non credo capiti solo a me, anche se mi rendo
conto che una certa impostazione caratteriale mi porti ad amplificare ogni
stimolo.
Domani
mi ricovero in ospedale; niente di tragico, ma la cosa mi ha dato uno stop
abbastanza perentorio. E io sono abituata a correre, sono drogata di “fare”.
Sono
anni che mi dico: “Devo prendermi una pausa, devo fare una vacanza”. Ho
rimandato di mese in mese, di anno in anno… Sapevo, in fondo, che mi sarei
fermata solo per dovere.
E
adesso sto qui a pensare, a rimuginare sui giorni che mi aspettano, sulle
sensazioni non troppo piacevoli che sono dietro l’angolo, visto che non mi
illudo che un’operazione, anche se di routine, mi faccia fare i salti di gioia
il giorno successivo. Banalmente mi guardo anche la faccia e mi chiedo se dopo
vedrò qualcosa di diverso, anche se impercettibilmente
diverso. Mi sento Gengè Moscarda, c’è da ammetterlo.
Sento
anche l’irrazionale impulso di dire parole mai dette… La mia
mente si incaglia in quelle cose che avverte come sospese. E ce ne sono più di
quante immaginassi fino a qualche ora fa, perché in questo momento ho come
acceso i riflettori su zone in ombra più o meno estese: potere dei piccoli
eventi che infrangono il magico ripetersi del tempo!
Oggi
sono fragile, diciamolo pure; nei prossimi giorni lo sarò anche di più.
Raccolgo le forze per
non infrangermi
Mi sta capitando una cosa simile a causa della febbre. Essendo una pausa forzata e improvvisa ha un forte impatto. Tutto quello che mi è capitato in passato mi travolge. Speriamo di riuscire rafforzate da questi tsunami!
RispondiEliminaMe lo auguro!
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