mercoledì 16 novembre 2011

Confini

Riempire le proprie giornate assumendo quanti più impegni possibili: si ha il doppio vantaggio di sopravvivere a se stessi imparando qualcosa! Correre tutto il giorno da un'aula all'altra è stressante... tuttavia getta in uno stato di vita-paradosso... L'esasperazione del movimento vitale, paradossalmente, sfiora la non-vita; la sfiora soltanto... Ci si ferma sull'orlo del precipizio, si garda giù e lì si resta: fa paura l'equilibrio necessario per restare lì! Dal di fuori è tutto naturale... Il vuoto esercita un fascino sublime. Ultimamente mi ritrovo a fissarlo sempre più spesso, sempre più distrattamente, fino a quando con orrore mi allontano dai confini che fisicamente lo delimitano, siano essi il muro davanti casa o il corrimano delle scale di un terzo piano... Sorprendo me stessa come si sorprenderebbe un bambino a giocare con i fiammiferi... Anche questi sdoppiamenti sono inquietanti: chi è quel tu che sono?

2 commenti:

  1. Il fascino del vuoto sta nella non presenza del pieno, nella distrazione, nel distacco... Solo così si è altro da sé senza essere un'altro.

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  2. Ora la spiegazione a posteriori mi è più chiara! :D

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