giovedì 26 aprile 2012

Fotografie

In fondo, una foto assomiglia a chiunque, fuorché a colui che essa ritrae. Infatti, la somiglianza rimanda all'identità del soggetto, cosa irrilevante, puramente anagrafica, addirittura penale; essa lo ritrae "in quanto se stesso", mentre invece io voglio un soggetto "come in se stesso".
Questa frase, tratta da La camera chiara di Roland Barthes, per certi versi, sembrerebbe addirittura paradossale: non mette forse in dubbio qualcosa che, generalmente, si dà per scontato, cioè il fatto che una foto assomigli al proprio referente? A quanto pare, se ci si pensa bene, la cosa è più complessa di quanto appaia ad una prima occhiata. Mi chiedevo, leggendo, quali fossero i termini di tale complessità e, alla fine, pensare alla semplice esperienza di ogni giorno, mi è stato utile perché tutto mi apparisse con più chiarezza. 
Pensavo a tutte le foto nelle quali non mi riconosco, foto fatte da altri o da me stessa, foto nelle quali cerco di assumere una determinata espressione e ne esce fuori una che è l'esatto opposto di quella che avevo in mente... 
Pensavo anche a tutte quelle foto, fatte da me ad altre persone, nelle quali quelle persone non si riconoscono e che, invece, a me sembrano estremamente somiglianti agli originali! 
La questione, probabilmente, investe il vedersi, l'immagine che ciascuno ha di sé e degli altri e che, inevitabilmente, non coincide con ciò che ci troviamo davanti in una fotografia: quello della foto è un altro/ un'altra.
Questo vedersi diverso in una foto, tuttavia, potrebbe avere un vantaggio inaspettato e cioè quello di vedere, in quella stessa foto, come una persona si vede e, viceversa, vedere nelle foto fatte e scelte da altri come questi altri ci vedono, come in un conoscersi attraverso la mediazione di uno specchio, falso e rivelatore allo stesso tempo. Il compito della fotografia è, in questo caso, proprio quello di rivelare il soggetto "come in se stesso", mi azzarderei a dire "nella sua essenza" di soggetto o, con un termine ancor più pericoloso, nella sua "anima"... 
La cosa che va accettata è che questa "anima", per quanto possiamo sentirla nostra, è soggetta a variazioni a seconda di chi la coglie e la cattura sulla pellicola.

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