domenica 4 marzo 2012

Pensare al di là dei limiti


Quand'ero piccola mi capitò di vedere il film Matrix e ovviamente non ci capii un bel niente... 
A distanza di una decina d'anni l'ho rivisto con gli occhi di chi vede qualcosa per la prima volta. Sapete cosa significa per una studentessa di filosofia mezza paranoica come me vedere un film come quello? Ve lo dico io, significa far crescere e sviluppare per bene alcune idee a dir poco strane riguardo alla realtà circostante.
Immaginate di sognare. Nel sogno ciò che si sogna appare come reale e, solo quando ci si sveglia, si classifica il sogno come sogno, quindi come non realtà. 
Ma immaginate di svegliarvi anche dalla realtà: che mondo ci troveremmo davanti? Quale logica dominerebbe quel mondo? Senza la necessità di pensare ad un'intelligenza artificiale che domini il "mondo vero", come si fa a stabilire con la massima sicurezza che quello che ci circonda è davvero quello che 
pensiamo che sia? Se stessimo sognando ogni prova a favore della realtà di ciò che ci circonda sarebbe a dir poco ridicola, dal momento che ogni possibile prova ricadrebbe inevitabilmente nel dominio del sogno. Altrettanto impossibile sarebbe, però, dimostrare che stiamo sognando. Per quanto possa sembrare assurdo non è certo impossibile immaginare una serie di risvegli da un'infinità di sogni che, sognando, percepiamo come reali, senza che possiamo mai stabilire quale sia l'ultimo sogno: potremmo non svegliarci mai da un ultimo sogno... 
Il problema è filosoficamente rilevante, è il problema dei limiti, dei margini della realtà o, se vogliamo, è il problema del "fuori". Per quanto la mente umana si sforzi, non potrà mai uscire fuori dai limiti di quella che percepisce come realtà... 
Cosa c'è dopo la morte? Un altro problema di limiti: fin quando viviamo non possiamo pensare in termini positivi a cosa ci sia dopo la (nostra) vita. 
Universo: ecco un altro esempio. Se l'universo è limitato, al di fuori di esso cosa c'è? 
Quando mi pongo domande del genere, non posso fare a meno di essere assalita dal dubbio che siano poste in maniera sbagliata. Forse certe domande non fanno altro che ricondurre e costringere nei termini dell'essere quello che non è... Forse, dopo tutto, il problema ineludibile è proprio quello del come pensare quello che per millenni è stato definito non essere, quello che c'è al di là dei limiti del pensabile (laddove per pensabile si deve intendere anche l'impossibile)... 

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