mercoledì 30 novembre 2011

Quel che è, è apprenza

Pensare in termini dualistici: la nostra mente è quasi mummificata in questi termini! Già dicendo "la nostra mente" rivelo il pregiudizio di base, do per scontato e faccio emergere con le mie parole che esiste una mente che è qualcosa di specifico, di diverso rispetto a qualcos'altro. La mente non è corpo: è questo che sottintendo! Ma è così? Ovviamente no... Dire mente e dire corpo è pressoché la medesima cosa e non hanno senso, in questa ottica, espressioni del tipo "in realtà non sono così" oppure "non vedi come sono realmente" o ancora "giudichi dalle apparenze", per non parlare del "sei superficiale"... Ci sono superficialità pienamente analitiche e studiare bene una superficie è un lavoro immane! Si fanno e si dicono le cose più inconcepibili appellandosi ad una presunta dimensione profonda che giustifichi le nostre azioni e le nostre parole, una dimensione che, guarda caso, dichiariamo inaccessibile agli altri. Difficile far ammettere che, quel che è, è apparenza e che forse (e ci terrei a sottolineare questo forse!), quel che non è apparenza, semplicemente non è...

sabato 26 novembre 2011

AAA caffè cercasi!

Se si vuol trascorrere un fine settimana all'università per un ritiro spirituale con finalità di studio e non si ha intenzione di finire attaccati al soffitto con i lacci delle proprie scarpe avvolti intorno al collo, occorre ricordare di rifornirsi di almeno un chilo di cioccolata e dolciumi vari nonché di caffè, dal momento che quest'ultimo, di sabato qui a Fisciano, sembra essere la bevanda più introvabile (figuriamoci di domenica!)... Questa mattina sono uscita di casa prefiggendomi come meta il primo distributore che avessi incontrato sul mio cammino nei corridoi universitari, quando, percorso un tratto di strada, mi ritrovo di fronte ad un cancello chiuso... Torno indietro, dal momento che, ragionevolmente, di cancelli e porte chiuse, anche se avessi scavalcato il primo, ne avrei trovati altri. Mi decido a salire in paese per andare all'unico bar che avevo visto nelle vicinanze; quando ci arrivo, ovviamente, è chiuso! Inizio a vagare per strade e vicoli nella convinzione che, prima o poi, un altro bar si trova... Decisamente mi sbagliavo, perché se ce n'era qualcuno nelle vicinanze probabilmente si è nascosto bene! Alla fine me ne sono tornata a casa con in tasca due miseri Pocket Coffee...

giovedì 24 novembre 2011

Solitudine: definizione

Ho la strana sensazione, negli ultimi tempi, di riuscire a trovar pace solo con un libro aperto tra le mani. Non disprezzo la compagnia umana ma neppure la cerco se non c'è, non disprezzo il dialogo ma, per lo più, mi impegno in lunghi monologhi... Non riesco a ricordare: è una tendenza dell'ultima ora? 
Da bambina preferivo quei giochi che preservassero la mia solitudine; forse che leggere e studiare siano un'evoluzione di quei giochi?  Probabilmente preservo ancora la mia solitudine... Provo a definirla (Platone sarebbe felice di ciò). Il tipo di solitudine più semplice consiste nell'esser fisicamente senza compagnia, nel non avere un altro individuo al nostro fianco, per un periodo breve o lungo... Credo che questa forma sia più corretto definirla "esser soli", in quanto l'isolamento fisico non implica, necessariamente, un sentirsi soli, non implica quel senso di alienazione che deriva, invece, dalla seconda forma di solitudine, che mi viene quasi spontaneo definire "meta-fisica". Quest'ultima poco ha a che fare con le condizioni prettamente fattuali del soggetto, non dipende dal trovarsi in una piazza affollata o nel più remoto dei deserti, ci si può sentire soli in entrambi i casi come in nessuno dei due. Incrociando le varie possibilità si possono ricavare quattro condizioni: 
1) Non essere soli e non sentirsi soli (condizione di "normalità").
2) Non essere soli ma sentirsi soli (non è piacevole...).
3) Essere soli e sentirsi soli (condizione particolarmente tragica...).
4) Essere soli ma non sentirsi soli (Aristotele lo definirebbe un dio!).

lunedì 21 novembre 2011

Mordono piano

Sono gli sguardi dei bambini tristi, cresciuti troppo, senza saperlo (o, se vogliamo, rimasti bambini senza rendersene conto) a fregarti puntualmente... Puoi alzare muraglie, costruirle adoperando le delusioni subite come fossero mattoni legati dal cemento armato del tuo orgoglio ferito, tuttavia non sarai mai al sicuro dai cagnolini bastonati che, nell'impeto del proprio dolore, hanno la capacità di lacerarti le membra senza che tu te ne accorga... Mordono piano!

mercoledì 16 novembre 2011

Confini

Riempire le proprie giornate assumendo quanti più impegni possibili: si ha il doppio vantaggio di sopravvivere a se stessi imparando qualcosa! Correre tutto il giorno da un'aula all'altra è stressante... tuttavia getta in uno stato di vita-paradosso... L'esasperazione del movimento vitale, paradossalmente, sfiora la non-vita; la sfiora soltanto... Ci si ferma sull'orlo del precipizio, si garda giù e lì si resta: fa paura l'equilibrio necessario per restare lì! Dal di fuori è tutto naturale... Il vuoto esercita un fascino sublime. Ultimamente mi ritrovo a fissarlo sempre più spesso, sempre più distrattamente, fino a quando con orrore mi allontano dai confini che fisicamente lo delimitano, siano essi il muro davanti casa o il corrimano delle scale di un terzo piano... Sorprendo me stessa come si sorprenderebbe un bambino a giocare con i fiammiferi... Anche questi sdoppiamenti sono inquietanti: chi è quel tu che sono?

martedì 15 novembre 2011

Corsi affollati

Finisci un corso, parti tutta sparata perché ne hai un altro subito dopo e l'aula non è vicinissima, fai irruzione nell'aula e ti ritrovi una marea di facce sconosciute... Evidentemente non è il tuo corso! In preda al delirio dell'oddiohosbagliatoaulaarriveròtardissimo vai alla ricerca di un modo per scoprire quale sia l'aula giusta e, raggiunto il primo computer a disposizione, ti rendi conto che il corso è due ore dopo... L'avvenimento si commenta da solo...
Due ore dopo: scendi tranquillamente da casa e vai a prender posto nell'aula (che era quella giusta!). Attendi. Arriva il professore e, vedendoti sola, ti guarda quasi nella speranza che la tua persona si moltiplichi sotto i suoi occhi. Attendiamo... Piccolo ritardo? Quarto d'ora accademico? Dopo una mezz'ora circa di attesa arriva un altro studente! Tra il gaudio generale (si fa per dire) iniziamo (non senza aver atteso altri 5 minuti!) la lezione...
I corsi di Filosofia sono sempre così affollati!

venerdì 11 novembre 2011

Esserci fuori

Mi sono svegliata col mal di testa, cosa che non mi capitava da moltissimo tempo...
Quando cammini tra le gente coi muscoli del volto contratti in un'espressione di insofferenza, sembra che tutti ti guardino con sospetto ma ti accorgi di questa sensazione solo troppo tardi, il senso di stordimento non ti permette di preoccuparti in maniera immediata di quello che ti circonda... Che sia per il mal di testa o per altro, questo essere stordita mi accompagna sempre di più nelle mie azioni, è un po' come vivere e sentirsi vivere, esserci ed essere allo stesso tempo lontano, fuori da questo esserci. Dove siano, poi, questo fuori e questo lontano non lo so...

lunedì 7 novembre 2011

Cambi stagionali

Cambia il tempo e, come al solito, il mio maledetto umore lo segue a ruota. 
Non ha un minimo di indipendenza questo umore! Vede la pioggia cadere e, per imitarla, cade giù anche lui, si schianta al suolo e, in mille rivoli, si perde nella capillarità dei pensieri più insignificanti... Raccogliere i pensieri in un ordine logico è faticoso in questi giorni, mi sfuggono dalla testa e anche studiare e concentrarsi in generale diventa un'impresa... Sembra che si attacchino, per qualche strano motivo, a tutto ciò che mi passa davanti, per poi tornare indietro con estrema pigrizia. 
Ho ripreso ad abusare del caffè che ormai non ha nessuna efficacia contro il letargo che pian piano pretende spazio nella mia vita...

mercoledì 2 novembre 2011

Da dove e verso dove...

Per qualche strano motivo oggi non avevo una gran voglia di tornare nella mia residenza universitaria... Me ne sarei stata volentieri sotto le coperte per i prossimi giorni senza dover uscire per corsi e doveri di questo tipo, per quanto mi faccia bene, in casi come questo, essere trascinata fuori dalla tana... 
Pensavo al fatto che le cose cambiano sempre in maniera inaspettata; desiderio di fuga e desiderio di ritorno: al momento non saprei dire quale sia l'uno e quale l'altro, non so dire da cosa fuggo ormai... Prima mi era tutto più chiaro e, pur non sapendo con precisione matematica verso cosa andavo, sapevo qual era la direzione dell'andata perché sapevo da cosa fuggivo... Adesso lo so con altrettanta sicurezza? 
Sono capace di perseguitarmi dovunque...