martedì 28 febbraio 2012

Insofferenza post esame

E anche questo ultimo esame del semestre è andato... 
La giornata di ieri è sembrata interminabile: non si dovrebbero mai mettere gli esami alle tre del pomeriggio perché traumatizzano i poveri studenti ipersensibili che si ritrovano ad attendere per ore ed ore! Se poi sei solo tu ad attendere per l'esame l'ansia potrebbe anche ucciderti, dal momento che sono automatici calcoli del tipo: "il tempo che mi tiene sotto è direttamente proporzionale alla mole del libro e inversamente proporzionale al numero di persone da esaminare"...  Che poi uno vada là e tutto finisca prima che se ne abbia la consapevolezza, questa è un'altra storia...
Mi ero riproposta di far grandi cose nei giorni successivi all'esame ma ho iniziato col piede sbagliato... 
Già oggi la voglia di fare era pari a zero e la catasta di libri che dovevo riordinare è ancora sulla scrivania come una piccola montagna informe... 
Pensavo che sarei stata di ottimo umore e, invece, mi ritrovo ad essere infastidita da tutto e da tutti. Cose insignificanti mi rovinano l'umore e direi che, come primo giorno, non va un granché bene...

giovedì 23 febbraio 2012

Ci mancava solo il latino!

Credo sia proprio il caso di dirlo: non vedo l'ora che arrivi lunedì!
Ci mancava solo il latino ed è arrivato! Domani, dopo la ripetizione di qualche altro sconosciuto teologo medievale, mi toccherà riprendere il caro vecchio IL in mano per affrontare un po' di San Tommaso, qualche pezzetto di Sant'Agostino e qualche altro meno noto...
Dopo quest'esame dovrò sottopormi ad una seduta intensiva di relax, dal momento che è dai tempi della laurea (che ormai mi sembrano tempi oltremodo remoti!) che non mi fermo un attimo...

domenica 19 febbraio 2012

Il Vangelo secondo Sara

Questo pomeriggio il mio studio è stato interrotto da un intervento a tema di mia sorella... 
Leggevo tranquillamente di questioni sull'eucaristia e sulla trinità quando lei si è messa a leggere ad alta voce i dieci comandamenti dal libro di religione, chiedendo di tanto in tanto il significato di qualche termine... 
Arrivata all'ultimo, Non desiderare la roba d'altri, si è fermata e ha commentato: "Secondo me questo non l'ha inventato Dio, questo l'hanno inventato i preti! Se io desidero qualcosa vado nel negozio e me la compro..."

sabato 18 febbraio 2012

Sull'immortalità

Essere immortale è cosa da poco: tranne l'uomo tutte le creature lo sono, giacché ignorano la morte; la cosa divina, terribile, incomprensibile, è sapersi immortali (J. L. Borges - L'immortale in L'Aleph)
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa frase, leggendo il primo di una serie di racconti di Borges.
Ho sempre pensato all'immortalità come a qualcosa di terribile, una specie di condanna o un inferno in terra la cui pena preveda di veder morire, una dopo l'altra, tutte le persone che si amano... 
L'uomo è l'unico animale capace di autocoscienza e, pertanto, l'unico che sia consapevole della propria morte, l'unico, in altri termini, che si sappia mortale; la consapevolezza della propria mortalità tormenta l'uomo da sempre, ma credo costituisca anche la sola ragione per cui l'uomo si sveglia ogni mattina da migliaia e migliaia di anni, lavora, studia, ama, costruisce, distrugge e ricrea. 
Immaginiamoci immortali: la consapevolezza della nostra immortalità, di una non fine alla nostra vita, ci indurrebbe probabilmente a non alzare un dito per secoli. Chi si alzerebbe dal letto, sapendo che ha tutta l'eternità davanti per fare ciò che vuole? Chi penserebbe ai posteri se i posteri fossimo noi stessi? Se ciò che si fa, lo si fa per migliorare la vita, cosa ci sarebbe da migliorare in una vita che non può finire, una vita senza mali fisici da evitare? Molti dei nostri sforzi sono volti ad allontanare la morte o anche solo il suo pensiero: cosa ci sarebbe da allontanare se la morte non ci fosse? Per quanto possa suonare strano si vive perché si muore, è la morte a dare un senso alla vita in quanto suo punto terminale.
Sapersi immortale sarebbe una maledizione tollerabile solo da un dio...

giovedì 16 febbraio 2012

Ci sono esami...



Ci sono esami che, dopo che li hai fatti, ti fanno sentire più sapiente, esami la cui preparazione sembra infinita, esami i cui relativi libri pesano più dei vocabolari di latino e greco del liceo messi insieme... Sono quegli esami per i quali non riuscirai mai a ripetere tutto: ci saranno sempre degli argomenti sui quali non sarai preparato al cento per cento! Per questi esami impari le parole haecceitas e quidditas e, subito dopo averle lette, stai lì ad aspettare qualche minuto prima di andare avanti, per assicurarti che ti siano entrate bene nella testa... 
Ci sono esami capaci di prometterti la visione divina: beato chi ci crede!



mercoledì 15 febbraio 2012


Lavori in corso



Secondo giorno da ex studentessa fuori sede. 
Non ho faticato particolarmente a riprendere le vecchie abitudini, quali trascorrere le giornate a studiare davanti al camino, bere caffè in quantità industriali o mangiare di meno... 
L'unico problema che non posso che riscontrare riguarda gli spazi: la camera che devo condividere con mia sorella e la casa ben più grande, quindi più fredda, del minuscolo monolocale che mi ha ospitata per cinque mesi... 
E poi ci sono i libri... Sembra che, rispetto a cinque mesi fa, si siano moltiplicati, tanto che quelli che ho riportato dall'università sono ancora relegati negli zaini che ho utilizzato per trasportarli. Non appena avrò dato l'ultimo esame del semestre, dovrò darmi alle pulizie, dovrò mettere ordine in questa stanza alla quale non ho avuto il tempo di abituarmi prima di partire e che, ancora adesso, ha tutto l'aspetto di un cantiere aperto... Io stessa, nel guardare libri, quaderni, fogli e oggetti di ogni tipo troppo vicini l'uno all'altro se non addirittura uno sull'altro, mi sento un cantiere aperto, come se in me ci fossero dei lavori in corso che a breve mi toccherà portare a termine...

domenica 12 febbraio 2012

Noi della "sfighitudine" imperitura


Ieri sera ho visto alcuni dei tanti video che girano su Youtube della mitica Luciana Littizzetto a Che tempo che fa e, tra questi, uno in particolare mi fa ancora ridere se ci ripenso: parlava di donne con la fighitudine imperitura. Ebbene, la fighitudine imperitura io non ce l'ho! 
Se una ce l'ha si vede sin da quando va alle elementari. 
Loro, quelle con la fighitudine, a scuola erano vestite come modelle in miniatura, con i trucchi delle Barbie già nella borsetta e già sensibili alle occhiate del sesso opposto; solevano radunarsi in piccoli gruppi, rigorosamente gerarchizzati al loro interno, per spettegolare alle tue spalle per la specie di sacco di patate che tua madre ti aveva infilato addosso per mandarti a scuola... 
Noi, diciamo quelle della sfighitudine, eravamo vestite in modo tale che ti dovevano fare una perizia ginecologica per capire se fossi maschio o femmina, portavamo perennemente sulle spalle uno zaino più grande del corpo pieno di libri di tutte le materie, anche quelle che non si portavano quel giorno (di qui la camminata così poco sexy da adulte), stavamo sedute vicino ad un maschio perché considerate troppo poco in dalle altre bambine. Noi bambine dalla sfighitudine imperitura eravamo perennemente snobbate e il mondo si ricordava di noi solo quando c'erano dei compiti da copiare. 
Col passaggio alle medie la situazione resta stabile: continuavamo ad essere oggetto delle prese in giro per un difetto fisico o l'altro, per un difetto non fisico o per l'altro...
Il dramma del liceo: noi della sfighitudine imperitura eravamo quelle non fidanzate mentre pure la figlia di Fantozzi con un po' di trucco qua e là riusciva a trovare un cane che le stesse dietro! La nostra utilità si palesava solo ed esclusivamente quando c'erano interrogazioni da sostenere, compiti a casa da fare e compiti in classe da passare... 
Università: la rivincita delle sfigate! Perché all'università, se vuoi, quelle con la fighitudine le puoi evitare tranquillamente e associarti ad altre che abbiano come te il marchio della sfighitudine imperitura (ce l'abbiamo scritto in faccia!)...
Grazie Luciana per questa nuova categoria interpretativa!

sabato 11 febbraio 2012

Cronache di una notte insonne

Negli ultimi tempi mi capita sempre più spesso di non riuscire a prender sonno facilmente; si tratta di una tendenza che ho sempre avuto, a causa della difficoltà che riscontro nello spegnere il cervello, tuttavia la tendenza si sta sempre di più accentuando e ieri sera ho avuto modo di constatarlo in maniera inequivocabile.
Mi sono messa a letto relativamente presto, alle 10:30 circa, e sapendo che non avrei mai preso sonno a quell'ora, mi sono messa a scrivere. Arrivata quasi a mezzanotte, ho deposto la penna e ho iniziato a rigirarmi nel letto in preda ad un attacco di "riflessione acuta", uno stato che è durato quasi un'ora, fino a quando mi sono alzata per recuperare il lettore mp3 e mettermi ad ascoltare un po' di musica... Sono stata nel letto con le cuffie nelle orecchie fino a quando la batteria già semi-scarica del lettore non mi ha abbandonato del tutto e ciò è avvenuto quasi alle due... Spenta la luce, sono riuscita finalmente a chiudere occhio ma, come sempre, mi sono svegliata più volte per timore di svegliarmi troppo tardi... Questa mattina mi sono alzata dal letto più stanca di prima e ho conservato la stanchezza per tutta la giornata. 
La cosa assurda è che, non appena è arrivato il buio, ho iniziato a riprendermi e a sentirmi meno stanca! 

venerdì 10 febbraio 2012

Nomi da non dare ai propri figli

Continua la mia avventura alla conquista della Filosofia medievale e la quaestio di questa sera riguarda i nomi... Proprio così i nomi propri di persona che si possono incontrare in un manuale di Filosofia medievale!
Sorvoliamo su grandi classici come Guglielmo, Anselmo, Abelardo e via dicendo e lasciamo da parte anche nomi semi-accettabili (forse perché più noti) come Boezio, Cassiodoro, Isidoro di Siviglia... ma già Beda il Venerabile mi suona strano! Sarà un limite della sottoscritta ma non suonano tanto bene neppure Etico Ister, Beato di Libana, Fridugiso di Tours, Agobardo di Lione, Godescalco, Ratramno di Corbie nonché Pascasio Radberto di Corbie! 
Inutile continuare perché la lista è molto lunga e, in tutta sincerità, non so proprio come farò a ricordarmeli tutti in vista dell'esame...
Una cosa è sicura: chi si trovasse nella situazione di dover scegliere un nome (sia esso per il proprio figlio o il proprio gatto) dovrebbe star lontano dai libri che abbiano per argomento il Medioevo!

mercoledì 8 febbraio 2012

Credere per capire

Questo pomeriggio, studiando Filosofia medievale, mi sono imbattuta in una carrellata di "ottimismo" al quale confesso di non essere più abituata, soprattutto in ambito filosofico. Lungi dall'aderire ad un facile pessimismo, penso che il giudizio etico sullo stato di cose che ci si trova ad analizzare sia una costruzione posteriore e prettamente individuale. Se, ad esempio, osservo la disposizione delle sedie in un'aula, una cosa è descrivere tale disposizione e un'altra è dire se tale disposizione sia buona o meno (per me potrebbe essere buona una disposizione caotica, per un altro no...). In molte delle descrizioni del creato dei filosofi medievali, invece, i due aspetti sono legati in maniera inscindibile: l'ha fatto Dio, dunque è buono! Nulla di male è uscito dalle mani di Dio! La scaturigine di ogni sofferenza, poi, è individuata nella volontà umana... Ed ecco la fregatura! L'uomo (o meglio, la donna) è la cellula impazzita della creazione perfetta, una cellula che, però, Dio stesso ha creato consapevole, nella sua onniscienza, che sarebbe impazzita. Tutto ciò che è, in quanto è, è buono, perché creato da Dio. E quindi è buona anche la volontà che ha portato l'uomo a peccare? Temo che qualche teologo potrebbe rispondermi che sì, la volontà che devia era parte dei progetti divini! Dunque, mi verrebbe da chiedere, non è un errore questa benedetta/maledetta volontà? 
Inizio probabilmente a porre troppi problemi che, nella mia mancanza di fede, non possono trovare una risposta... Mi ritrovo a leggere molte interpretazioni dei racconti biblici come una sorta di favoletta e mi rendo conto che la cosa non farebbe molto piacere al mio caro professore...
Tornando alla questione dell'ottimismo di questi illustri signori, direi solo che non mi entra proprio in testa, o forse dovrei dire che non mi entra nell'anima; lo sento lontano così come sentivo lontano l'ottimismo di Leibniz... Credo ci sia poco da fare, a certe cose bisogna crederci per capirle... 

martedì 7 febbraio 2012

Neve universitaria

A quanto pare la neve si è offesa per le critiche di ieri e, questa notte, ha deciso di darci dentro...
Stamattina mi sono alzata con tutta calma e, quando mi ha chiamata mia madre, avevo ancora le tapparelle abbassate. Alla sua domanda, se ci fosse la neve, senza pensarci troppo su, ho risposto di no prima di dare un'occhiata al mondo, per sua sollecitazione... Quello che mi sono trovata davanti è stato questo:


La neve continuava a cadere e non sono riuscita a resistere alla tentazione di uscire di casa e camminarci sopra: per una come me che viene dal mare la neve è un evento insolito! 
Questo pomeriggio, mentre studiavo e vedevo dalla finestra i fiocchi trasportati dal vento, continuavo a distrarmi... Credo che la mia reazione non sia stata diversa da quella di una qualunque bambina alle prese con una novità. 
Per uno strano caso l'università, che ieri è rimasta chiusa, oggi, nonostante la neve, era abbastanza popolata. Almeno un po' di gente si è divertita a vederla imbiancata!
Per quanto riguarda me mi sono divertita a fare qualche foto, prima di rimettermi diligentemente a studiare (e prima del congelamento di mani e faccia).

                                                     
                   
                          


lunedì 6 febbraio 2012

"La canzone che scrivo per te"

Più l'ascolto e più mi piace... 


Ventitré

6 febbraio 2012
Nel campus deserto, ad accogliermi, c'è solo la neve che il vento mi soffia in faccia: fa talmente schifo questa neve che non riesce ad attaccarsi da nessuna parte e corre in orizzontale nell'aria per schiantarsi e liquefarsi contro il primo muro! 
L'università è chiusa: parcheggio vuoto, strade vuote, terminal vuoto... E io ho deciso di trascorrere il giorno del mio ventitreesimo compleanno in questo vuoto, dove tutti sono troppo lontani per raggiungermi.
La prima cosa che ho fatto, dopo aver disfatto la valigia, è stata aprire il libro di Filosofia medievale per iniziare a preparare l'ultimo esame del semestre e, quasi in contemporanea, ho acceso il computer per ascoltare un po' di musica (come al solito, di tanto in tanto, mi fisso con una canzone e quella di oggi si chiama A fior di pelle)...
In questo nulla ho deciso di trascorrere il mio ventitreesimo compleanno... Per quale motivo? Ebbene, in tutta sincerità, il motivo reale non lo conosco neppure io: non avevo feste da cui fuggire perché tanto non festeggio mai, non avevo nulla da cui dover andare via... E' proprio strana la situazione per cui non si ha nulla da cui fuggire ma neppure nulla che ti trattenga: qualunque cosa tu scelga non cambia nulla...
E quindi eccomi a guardare dalla finestra il mondo scosso da questo vento che mi sembra più violento del normale...
Nella gioia perversa che mi lega ai momenti di fine questa situazione non mi dispiace neanche, è un buon modo per restarmene a pensare in tutta tranquillità, ancora una volta faccia a faccia con me stessa...
Il numero ventitré mi sembra così strano oggi: ventitré anni sono tanti o pochi? Mi convinco sempre di più che l'età sia questione di punti di vista: ho quarant'anni da diversi anni ormai... 



La gente che mi guarda non azzecca mai la mia età!

sabato 4 febbraio 2012

Stress e lettura

Fa freddo, troppo freddo anche per starsene a scrivere al pc... Le mani, dopo un po', protestano perché non riescono più ad articolare i consueti movimenti sulla tastiera... Il raffreddore minaccia nuovi assalti mentre, in questi due giorni di pausa prima della ripresa dello studio, cerco di leggere qualcosa di non troppo pesante... 
A volte mi chiedo se sia normale rilassarsi dallo stress degli esami con la lettura e non trovare metodi più efficaci per farlo. Non potrei avere più fantasia?! E intanto esco e cosa faccio? Ovviamente compro un altro libro...

giovedì 2 febbraio 2012

Perder tempo dopo gli esami

Quanto ci si può divertire ad un esame?! Direi che questi due giorni sono stati più piacevoli di quelli in cui sono stata semplicemente a casa a studiare. Ansia non ce n'è stata troppa. Nessun trauma. Per dirla tutta farmi quel discorsetto coi professori interrompe la routine dello studio quotidiano che a volte è esasperante... 
E, dopo queste due intense giornate, mi dedico ad un'attività che in genere detesto: perder tempo! Pertanto via col computer, la musica e il cazzeggio libero!