giovedì 22 giugno 2023

L'invisibile parola fine all'inizio di ogni libro

 

Durante un corso all’università un mio professore disse che si potrebbe scrivere un libro sulla storia di ogni libro. Il riferimento era a Catullo, ma penso che questa affermazione possa essere valida anche per molti libri di oggi. Sì, perché il libro – quell’oggetto composto di pagine e inchiostro che uno si ritrova a leggere – è il punto di arrivo di un processo e su ogni prima pagina ci dovrebbe essere scritta la parola “fine”.

Ogni volta che ho dato l’ok alla pubblicazione di un mio testo, ho provato una sensazione di resa incondizionata. Ho deposto le armi che avevo rivolto contro me stessa e si è placato il demone che mi suggeriva incessantemente di rimaneggiare tutto, di tagliare, aggiungere, talvolta di cestinare ogni cosa. Perché è ovvio che un’idea si possa esprimere sempre con più chiarezza, che una scena si possa descrivere con parole più esatte. Il meglio è sempre una virgola più in là. Il limite a questa avanzata potenzialmente illimitata va posto “artificialmente”. È, appunto, l’invisibile parola “fine” posta all’inizio di ogni libro.

I giorni di Saturno è stato materia soggetta al cambiamento per anni. Le prime righe le ho scritte subito dopo la pubblicazione del mio primo romanzo, Le tele di Valerie. Mi ero laureata da poco, come una delle due protagoniste. Avevo venticinque anni e il vuoto davanti. Dopo un’eccellente (stando a quanto dicevano i numeri) carriera universitaria, mi ero arenata completamente. Stavo sperimentando nella maniera più bruciante e brutale che tutto quello in cui avevo creduto era soltanto splendida aria fritta.

Edizioni Montag
Foto di copertina: Alessia Cinque
(@phive_project)

Avevo bisogno di demolire la mia vecchia vita e imparare a credere in qualcosa di diverso. È in questo clima che si è formato I giorni di Saturno, è nato da quel peso che ha aumentato la gravità dentro me fino al collasso di buona parte delle mie convinzioni.

Avevo venticinque anni e una parvenza di soluzione ai problemi di allora si è affacciata timidamente alla mia esistenza quasi dieci anni dopo. Solo dopo un’infinità di catastrofi emotive, un paio di traslochi dell'anima e qualche nuovo valore da edificare a colpi di consapevolezza, si è stabilita la giusta distanza tra me, Sibilla ed Elena, le protagoniste del libro. Solo adesso possono camminare da sole.

I giorni di Saturno uscirà a fine giugno.