giovedì 30 giugno 2011

Dolore a rate

Quando si contrae un debito quanti modi ci sono per pagarlo? Fondamentalmente due: in una sola volta in contanti oppure a rate. Il dolore funzione allo stesso modo. C'è chi lo vive concentrandolo in un solo lungo momento della propria vita, un momento in cui si ha l'impressione di impazzire ma comunque un momento, destinato a passare e a portare il dolore all'estinzione. Io sono programmata per essere incapace di concepire questa prima forma di dolore, dunque pago a rate, una goccia al giorno. Mi chiedo a quale dolore risalga la goccia che ho pagato oggi o ieri o l'altro ieri, forse sono ancora i mali dell'infanzia.
Preferirei di gran lunga essere travolta da un fiume in piena...

mercoledì 29 giugno 2011

Caro vecchio Giacomino

Questa sera mi sento molto Kant e pertanto ho deciso di sottoporre a critica un mio pregiudizio da ingenua adolescente liceale, quello secondo il quale avrei potuto condividere la mia vita solo con chi avesse sopportato di leggere insieme a me i Canti leopardiani la sera, prima di dormire! Ora immaginate: una giornata di lavoro, stanchezza, magari caldo perché stiamo quasi a luglio, voglia di fare ben altro... e io tiro fuori da sotto il cuscino l'allegro Giacomino! Dopo la terza sera (ma anche la seconda), come dovrebbe rispondere la povera persona al mio fianco alla domanda "Stasera preferisci L'ultimo canto di Saffo o Il passero solitario?"...?! Dubito fortemente che possa esistere qualcuno a tal punto amante della cultura da rispondere qualcosa del tipo "Ma facciamo anche A Silvia!"
Crescere fa diventare meno idealisti e ad un certo punto occorre prendere atto del fatto che i Canti di Leopardi (che ormai sono solo un esempio per molto altro) bisogna leggerseli da soli. 

martedì 28 giugno 2011

I LOVE ZOE

Sul mio banco, l'ultimo anno di liceo, troneggiava la scritta "I LOVE ZOE". Stasera l'ho richiamata dopo qualche mese di silenzio: non pensavo che ci saremmo fatte tante risate sulle discutibili abitudini di una conoscenza comune! Mi ha fatta sentire bene per un paio d'ore...
La chiamo ad intervalli irregolari ma non ho mai avuto il coraggio di andarla a trovare di persona; mi ha detto che appena finiti gli esami avrebbe tagliato i capelli e non posso fare a meno di interrogarmi su come sia diventata adesso, dopo quattro anni che non ci vediamo. Ricordo che la prima volta che mi trovai in piedi di fronte a lei pensai che fosse più bassa di quanto non sembrasse seduta in cattedra: buffo pensiero.
Spesso ho sentito l'esigenza di dirle più di quanto le dicessi poi in realtà: non l'ho mai fatto ma prima o poi lo farò. Prima o poi mi troverò di nuovo in piedi di fronte a lei e cercherò di non dare più l'impressione di portare il mondo sulle spalle come un tempo.

lunedì 27 giugno 2011

Asimmetrie pirandelliane

Ogni volta che mi guardo allo specchio mi torna in mente un episodio di qualche anno fa, quando lessi Uno, nessuno e centomila e, come una novella Gengè, mi piazzai davanti allo specchio ad analizzare la mia faccia alla ricerca di asimmetrie... Riguardo al naso e alla bocca ero già rassegnata da tempo ma guarda e riguarda notai che, dopo tutto, anche l'occhio aveva il suo difettuccio, con una palpebra leggermente più abbassata dell'altra... Cercando ancora ho notato che neppure i piedi sono del tutto simmetrici... Poi dicono che i libri non ti cambiano la vita! Se non avessi letto delle (dis)avventure dell'eroe pirandelliano a quest'ora forse non avrei avuto mille complessi e senza complessi e pippe mentali sarei diventata una snob che guarda dall'alto in basso il 90% della popolazione terrestre. Prima o poi farò una lista di quel 10%...

domenica 26 giugno 2011

Non sei ancora sposata?!

Questo pomeriggio ho fatto un incontro particolare: un vecchio signore, proprietario di un mobilificio, che non vedevo da tempo immemorabile. Nulla di strano se il suddetto signore non avesse preso gusto a parlare con me piuttosto che con mia madre, dando il via ad un dialogo di altri tempi; in primo luogo è stato duro fargli entrare in testa che mia sorella non fosse mia figlia, cosa che mi ha fatto pensare che, ai suoi occhi, dovessi avere almeno una trentina d'anni, in secondo luogo non si capacitava del fatto che, oltre a non avere mia sorella come figlia, non fossi neppure sposata! La sua indagine è proseguita dunque nella direzione del fidanzamento... Neppure fidanzata? Disastro! Alla mia età poi! Avrò provocato al povero vecchietto un trauma di tutto rispetto, tanto che nel congedarsi le sue parole sono state queste: "Mi raccomando, sposati in fretta, che poi vieni a comprare i mobili da me". E a quel punto tutto è diventato più chiaro...

sabato 25 giugno 2011

Dies sine tempore

Quando le mie settimane non sono scandite dal rigido alternarsi delle lezioni universitarie, martedì, domenica o qualsiasi altro giorno non esistono. Uscendo per un attimo da questa dimensione sine tempore mi sono resa conto che oggi è sabato; nel corso degli anni questo giorno per me ha cambiato molto di significato, è passato dall'essere oggetto del mio amore ad oggetto del mio odio, anche se, per l'esattezza, non saprei dire quando è avvenuto il cambiamento. Per circa cinque o sei anni il sabato è stato giorno sacro, neanche fossi stata ebrea! Tornata da scuola mi vietavo di toccare libro ed uscivo: questo rito l'avrò ripetuto centinaia e centinaia di volte, senza stancarmi. Poi ho smesso e non ricordo più perché... Sono subentrati i sabati di tristezza dati dalla fusione tra il non dover studiare e il non avere un'occupazione alternativa che non fosse studiare un'altra materia: a questo punto iniziai ad odiare il vuoto di questo giorno e più lo odiavo più cercavo ragioni per odiarlo (e si sa che a cercare, qualcosa la si trova sempre!). C'è però da dire che neppure l'odio trova in me un terreno fertile che possa alimentarlo e garantirgli una lunga sopravvivenza; il suo naturale decorso l'ha trasformato in indifferenza, in non attenzione e questo è lo stato attuale. Neanche di quest'ultima transizione saprei indicare il momento, tuttavia trovo sia stata una liberazione, ho smesso di caricare di significati, negativi o positivi che siano, un giorno qualunque. Spesso ragioniamo per opposizioni, per cui, se un giorno è quello buono, ce ne dovrà essere necessariamente uno cattivo per compensare e viceversa: è una schiavitù che la mente si impone senza che ce ne accorgiamo.
L'unico giorno libero è un giorno senza significato.

venerdì 24 giugno 2011

Ansia in scatola

L'argomento della serata, fortemente richiesto da colei che ha sollevato la questione e che per ora resta nell'anonimato, è l'ansia... Anzi, mi correggo, l'argomento, per la precisione, è: "la blogger generatrice di ansia"!
Partiamo dai fatti storici. Maturità 2008: una certa persona mi butta fuori dall'aula per evitare che assista al suo esame orale, la causa è che secondo lei sono una generatrice di ansia. La questione si ripropone più volte fino ai più recenti avvenimenti che hanno visto il sorgere di battibecchi simili:
A: Mi accompagni a fare l'esame?
B: Ma non ci pensare proprio!
A: Come?! Cattiva! Perfida! Infame! O_O
B: Io mi comporto come vorrei che tu ti comportassi con me.
A: Cioè non dovrei accompagnarti ad un esame?
B: Non ci pensare proprio! TU METTI ANSIA! Potrebbero venderti al supermercato come "ansia in scatola"!
A quanto pare, a mia insaputa, emetto delle vibrazioni negative che mettono ansia alla gente: state in guardia!

mercoledì 22 giugno 2011

"Ed ho pianto sul tempo che fugge e su ciò che rimane"

Stasera mi sento in sciopero per via del mal di testa e dell'imminente ripasso finale prima dell'esame. Mi concedo quindi di ascoltare a ripetizione Le rane dei Baustelle. Capita che di tanto in tanto mi fissi per una canzone e quella di questi giorni, grazie ad un'amica che me l'ha ricordata, è proprio la suddetta.
Mi ricorda che anche io da piccola catturavo le rane...

martedì 21 giugno 2011

Horror vacui

Libro di antologia di seconda
media ( sì, guardavo anche
i Pokemon!)
Sfogliando qualche vecchio libro o quaderno delle scuole medie ho notato una strana tendenza a riempire con disegni tutti gli spazi bianchi. A quanto pare c'è stato un periodo della mia vita in cui ho sofferto di quello che si definisce "horror vacui". I fogli vuoti erano miei nemici/amici e accarezzandoli con matite e colori li annullavo. Trascorrevo ore, giorni interi e a volte anche notti a riempire vuoti e forse è stato questo il senso di una parte della mia vita: riempire un buco enorme senza cause apparenti; di qui la soddisfazione di fronte ai colori sulla carta e di nuovo il tormento/gioia di un altro foglio bianco da riempire. Certe azioni hanno due facce inscindibili, sono un tutto che si ripresenta: è inutile cercare di isolarne un solo aspetto, bisogna accettarle in quattro dimensioni. 

lunedì 20 giugno 2011

Ricordo di ricordo

Faccio un passo indietro.
Una data a caso da un diario: 24-08-2008

"Non saprei spiegare perché in questo momento, uno qualunque delle mie giornate qualunque, mi torna in mente un pomeriggio di primavera, in cui la cucina della mia casa era completamente inondata di luce, come un momento di estrema felicità... Con molta probabilità si trattava del secondo liceo, in quel periodo che tanto adoravo in quanto gli impegni scolastici sembravano più leggeri, alleviati com'erano dalla prospettiva della chiusura della scuola. Tutto mi appare di una leggerezza incredibile. Avevo ricevuto una telefonata quel pomeriggio di luce: circa due ore in un altro mondo lieve e piacevole, tanto diverso dal mio. Ѐ stato un attimo, una brevissima giornata senza data le cui sensazioni mi piacerebbe si ripetessero all'infinito".
Sono le cose banali che a volte si imprimono nella mente...

domenica 19 giugno 2011

Zara

Zara
Mia sorella ha trasformato la mia casa in un zoo; oltre ai tre cani e sette gatti che sono di prassi, si contano all'appello due criceti (uno dei quali, soprannominato "criceto assassino" per la spiccata aggressività, ha sede nella mia camera), due papere, una tartaruga, quattro conigli nani, un diamantino, una gazza ladra e un pesce combattente (anche se a me sembra abbastanza noioso e poco propenso alla lotta...).
L'ultimo arrivo è una cornacchia che la cara sorellina, sul modello del proprio nome, ha battezzato Zara. Oggi la sottoscritta, armata di buona volontà, ha deciso di dare da mangiare a Zara, che, tradotto, vuol dire farle mandare giù una strana poltiglia dal colore scuro. La poltiglia non sono riuscita a fargliela mandar giù col cucchiaino. Ed è qui che mi è venuta la brillante idea: mettiamole direttamente le dita in bocca per darle della frutta! La cornacchia ingrata non ha apprezzato neppure questo, preferendo darsi alla cattura delle mosche...
Quando l'uccellino imparerà a parlare le insegnerò a dire "Sono una stronza!"

sabato 18 giugno 2011

Passi

Mi piace osservare le persone da dietro, mentre camminano. Mi piace guardare i loro passi e provare a collegare le linee che descrivono i loro corpi nell'aria coi loro tratti caratteriali più o meno evidenti. Guardare l'andatura di qualcuno è un po' come guardarlo dormire: lo si vede come non si vedrà mai da sé. Ѐ qualcosa di più forte del guardare dritto negli occhi. Ci sono andature e modi di muoversi che restano nella testa di chi ha la pazienza di guardare, particolari per alcuni impercettibili ma per altri fondamentali. La direzione dei piedi , la distanza tra i passi, il ritmo che producono e la risonanza che hanno sulla schiena, l'inclinazione del collo, l'arco delle spalle... Si potrebbe amare oppure odiare una persona anche solo "ascoltando" il modo in cui cammina.

venerdì 17 giugno 2011

Perturbatio

Questo è l'angolo più presentabile
Questa sera ho poca ispirazione introspettiva e mi limito a descrivere quello che ho davanti: disordine!
Ho dimenticato quand'è stata l'ultima volta che ho messo un po' d'ordine in camera mia ma, senza dubbio, sarà stato molto tempo fa, perché dubito fortemente che tanti strati di libri si siano sedimentati in tempi tanto brevi. Ogni singola superficie è sepolta da strati di carte e supplica per rivedere la luce e per superficie intendo anche quelle verticali (i post-it sbucano come funghi!).
Il disordine si è esteso persino allo studio; sono arrivata a ridurre il libro di Storia medievale ad un mucchietto di fogli pericolosamente simili allo zerbino posizionato davanti alla porta d'ingresso: ho usato sul povero supporto cartaceo due tipi diversi di evidenziatore, matita e penna rossa e blu!
Che in me sia in atto qualche bizzarra mutazione?

giovedì 16 giugno 2011

Buchi neri

Spesso mi sono chiesta qual è la caratteristica che mi attira in una persona, qual è quel quid, insomma, che mi fa giungere alla conclusione: "Vorrei che questo singolo essere umano entrasse a far parte della mia vita"...
Mi sono resa conto che è il dolore ad attirarmi. Per qualche ignoto motivo sono attratta dalla sofferenza che vedo negli altri ed è come se la mia mente cercasse un contatto, non tanto per guarire, quanto per osservare incantata e com-patire. Ѐ come avere la tentazione di avvicinarsi ad un precipizio o ad un buco nero, se fosse possibile, per guardarci dentro e si direbbe anche con l'incondivisibile speranza di esserne inghiottiti. 

mercoledì 15 giugno 2011

La libertà uccide!

Oggi, come la maggior parte dei giorni della mia vita, ho studiato per gran parte della giornata. 
Eppure trovo ci sia qualcosa di diverso in queste giornate di studio rispetto a quelle del liceo... Faccio un salto nel passato (vivo metà della mia esistenza immersa nei ricordi) per rendermi conto di quanto sia stata totalizzante l'esperienza del liceo: le mie giornate erano scandite da radici di verbi irregolari e da desinenze di declinazioni improponibili nonché dal ritmo degli spostamenti di accenti acuti e circonflessi su parole delle quali dovevi ricordare il numero di sillabe. Era tutto terribilmente normale. Svegliarsi alle sei e trenta, andare a scuola, farsi un paio di interrogazioni, tornare a casa alle tredici e trenta e alle quattordici stare già sui libri e starci fin verso le undici se andava bene, fino alle due se andava meno bene: tutto normale!Arrivo all'università... e rischio di morire per overdose di libertà! Dopo tre anni di università sto ancora qui a combattere con la studentessa ginnasiale che pretende di stare sui libri fino all'ultimo minuto della sua giornata per sentirsi soddisfatta.Forse ero soddisfatta perché non avevo il tempo per pensare.

martedì 14 giugno 2011

Teorie per masochisti

Anima gemella: trovo sia un concetto terrificante! Provate ad immaginare una sola persona in mezzo a sei miliardi e ottocentonovanta milioni circa di altre persone. Quante sono le probabilità di incontrarla? Lungi dal considerare romantica la fatalistica idea di un unico essere umano compatibile con un altro, credo che sia stato un gran masochista chi ha pensato per la prima volta una cosa del genere. E poi, diciamocela tutta, chi può vantare al giorno d'oggi "una sola anima"?
Preferisco pensare che gemelli non si nasca ma si divenga, con molta fatica magari, con qualche intervento di chirurgia estetica all'anima e soprattutto dopo molto molto tempo...

lunedì 13 giugno 2011

C'era una volta una caffeinomane

Riflettevo sul concetto di bisogno...
Fino a poco più di una settimana fa ero fermamente convinta di dover assumere quotidianamente almeno tre o quattro tazze di caffè per poter tirare avanti. Un'overdose, con tanto di sensazioni a dir poco spiacevoli come conseguenza, è bastata a farmi fare voto di astinenza. Mi chiedo di quante altre cose potrei fare a meno senza problemi, cose che invece mi trascino dietro, non perché ne abbia necessità ma perché sono convinta di averne.
Quante rivoluzioni il Sole ha compiuto intorno alla Terra perché tutti erano convinti che fosse così?!

domenica 12 giugno 2011

Parallelismi psico-culinari

Questa sera, trovandomi davanti a quella che sarebbe stata la mia cena, ho ripensato ad una mia non recentissima teoria: per capire di che umore sono, basta guardare quello che mangio! Si noteranno delle costanti che sfuggono all'occhio non troppo vigile di mia madre.
Ci sono giorni in cui mi sento salutista e sono i giorni in cui mi voglio molto bene: si contano sulle dita e per il resto carote e zucchine stanno a far la muffa nel frigo...
Ci sono i giorni di indifferenza verso me stessa che rendono felice chi ha l'arduo compito di cucinare per me, dal momento che mangio indistintamente quasi ogni pietanza mi si pari davanti (cipolle a parte perché odio le cipolle e non le mangerei neppure in stato di ipnosi!).
Dulcis in fundo, richiamandomi alla giornata odierna, sono anche capace di selezionare i cibi meno salutari reperibili sul mercato e ficcarli tutti insieme in un centinaio di centimetri quadrati di panino.
Di che umore sarò stata oggi? 

sabato 11 giugno 2011

Qual è il senso di questo blog? Non vi aspettate che risponda, perché neppure io lo so di preciso... Diciamo che si tratta della follia di un momento. Diciamo anche che non ne potevo più di scrivere su fogli e foglietti dall'incerto destino. Dunque eccomi qui che mi do il benvenuto da sola, come fanno quei personaggi dei cartoni animati che, davanti ad una torta di compleanno, cantano per sé "tanti auguri" in solitudine.
Do inizio all'ennesimo esperimento su me stessa.