martedì 30 ottobre 2012

Oggi avrei bisogno di...

Oggi avrei bisogno di non avere freddo, tanto per cominciare, avrei bisogno di riposare veramente, di far ordine dentro e fuori. Avrei bisogno di mettere su carta un numero indefinito di pensieri, in un disegno e in una serie di righe, tanto è uguale o, in alternativa, avrei bisogno di parlare e di ascoltare. Avrei anche bisogno di portare a termine qualcosa di buono prima che venga notte.
Oggi avrei bisogno di tante altre cose ma ho un po' di confusione in testa e le dimentico immediatamente dopo averci pensato.
Oggi avevo bisogno di una "preghiera atea" (almeno così è per me)...



domenica 28 ottobre 2012

Due giorni: il massimo che io riesca a resistere attualmente in "patria", consapevole del fatto che in terra universitaria ho la mia tranquilla tana che mi aspetta.
I due giorni sono passati e già inizio a dare i primi segni di tilt da insofferenza...
Dovrò studiare un piano per non lasciarmi uccidere dal Tempo!

lunedì 22 ottobre 2012

I guai alimentari degli studenti fuori sede

Ultimamente sono in vena di parlare di cibo...
E dunque, è universalmente noto che, per la maggior parte degli studenti fuori sede, il cibo sia una nota dolente, soprattutto se tali studenti vivono da soli; è statisticamente provato, infatti, che ci si ritrova a mangiare ciò che si deve e non ciò che si vuole.
Consideriamo lo scenario seguente: la studentessa fuori sede di turno si ritrova in frigo 200 grammi di salame sigillati in un'unica busta, ciò vuol dire che, una volta aperto, sarà una gara contro il tempo affinché il suddetto salame non vada a male. Soluzione? La studentessa dovrà mangiare panini col salame tutti i santi giorni per una settimana almeno!
Col succo di frutta il discorso è lo stesso: bisogna berne un litro (o, dio ce ne scampi, due!) nel giro di pochi giorni, altrimenti va a male! Bisogna berlo al posto dell'acqua praticamente...

E il pane? Pensavate che col Pan Bauletto della Mulino bianco i guai fossero risolti? Ebbene nient'affatto! Anche il Pan Bauletto ammuffisce, quindi sotto coi panini tutte le sante sere fino alla fine dei giorni!

Questa sera, la suddetta studentessa fuori sede, fa festa perché ha finalmente esaurito il salame!

domenica 21 ottobre 2012

Un altro pericoloso fine settimana

Avevo dimenticato quanto potesse risultare lungo un fine settimana da sola... Soprattutto se ci si alza fin troppo presto e si ha tutta una mattinata davanti da dover riempire con una qualche attività! 
Il sabato è andato e neppure tanto male; voglio dire, sono riuscita a scrivere e leggere qualcosa e quando faccio queste due cose posso dire che la giornata non sia andata male. 
La domenica "sgocciola" e non servono neppure i film da due ore e mezzo a mettere in moto le ore. 
La cosa più irritante della corrente giornata, però, è l'attesa; sapevo che doveva succedere una cosa ben precisa, che mi ha scombussolato tutta la giornata, e quella cosa non succede... E intanto non sono riuscita a fare un bel nulla perché avevo l'ansia! All'ansia ora è subentrato il mal di testa e la voglia di dormire... 
In alternativa c'è la voglia di mangiare, che non è un'alternativa ma un tormento perenne in questi ultimi giorni. 
Siamo ritornati alle bombe alimentari!

giovedì 18 ottobre 2012

Teoria e pratica

Dove corro? Domanda fatta migliaia di volte! Semplicemente ingrano la quarta e mi lancio, senza pensarci troppo su, verso la mia non-meta! Perché a pensarci troppo svanisce anche la terra sotto i piedi e quindi bisogna agire come se quella terra ci fosse pur sapendo bene che in realtà non abbiamo un bel niente sotto i nostri passi, che camminiamo sul nulla, e il nulla si può attraversare solo senza fermarsi a guardarlo. Bisogna diventare degli esseri doppi: non c'è da stupirsi che, con buona pace del buon Marx, teoria e pratica siano state concepite come separate. Se la pratica seguisse la teoria fino alle sue estreme conseguenze, semplicemente non ci sarebbe più pratica! 
Tutta la nostra filosofia per imparare a convivere, giorno dopo giorno, col nulla.

lunedì 8 ottobre 2012

Imperativi

"Agisci in modo da trattare l'umanità, nella tua persona e in quella degli altri, sempre nello stesso tempo come un fine e mai unicamente come un mezzo": è la ben nota seconda formulazione dell'imperativo categorico kantiano. 
Periodicamente, questa espressione, nelle sue varianti, mi ritorna in mente e sono costretta a fare i conti con il mondo che mi sono costruita intorno. Sono quasi ossessionata dal fatto che le mie azioni e quelle di coloro che entrano in contatto con me debbano essere rispondenti alla formulazione kantiana.
In principio erano solo le mie azione ad essere passate al microscopio, con tanto di analisi dei retroscena psicologici, ma col tempo ho iniziato a domandarmi anche per quante delle persone alle quali voglio bene io sia realmente un fine e non un mezzo per altro... E c'è da dire che questo altro non necessariamente è qualcosa di cattivo o ignobile, il punto è che, per quanto possa essere nobile un fine, l'umanità dovrebbe venire sempre prima. 
Poi inizi anche a domandarti cosa si intenda per umanità; sembrerebbe un concetto tutto d'un pezzo, uno di quelli che si devono afferrare al volo, senza bisogno di ulteriori spiegazioni, invece temo che quando si dice umanità ciascuno pensi ad una cosa diversa.
Essere umani a volte è complicato...

mercoledì 3 ottobre 2012

Binari morti

Ci sono binari morti in ogni esistenza e di tanto in tanto si ha la tentazione di andar di nuovo a dare un'occhiata, in silenzio, col timore o forse, chissà, la speranza, che da quelle parti sia cambiato qualcosa: ritornare sui propri passi costa una fatica immensa e, propriamente, non è che poi si ritorni mai. 
Solo apparentemente i passi che si fanno all'indietro sono gli stessi che abbiamo fatto in avanti: abbiamo addosso la stanchezza dell'andata.
Dunque stiamo lì, ad osservare da lontano il nostro binario morto, quello che non porta da nessuna parte, ed è a quel punto che iniziamo a pensare che forse avremmo potuto costruire noi  la prossima stazione: non c'è pensiero più atroce di quello che inizia con "avrei potuto..."! 
Guardare il terreno impervio sul quale sarebbero dovute passare le rotaie aiuta, ci fa capire che probabilmente non avremmo mai potuto costruire un bel niente in quel luogo. 
Costruire, poi, per arrivare in quale città?
Ci rimettiamo in cammino...

lunedì 1 ottobre 2012

Appartenenza

Sono tornata a casa, mi verrebbe da dire riferendomi al mio alloggio universitario. 
Poi pensi e ti chiedi: ma, in fin dei conti, qual è casa mia, quella dove sono "nata" o quella che mi sono "scelta"?
La risposta non è semplice come sembra e si potrebbe estendere all'intero concetto di appartenenza...