mercoledì 20 maggio 2015

Cronache di un colloquio andato male

Come si sarà capito fin troppo bene, ormai sono da un bel po' di tempo alla ricerca di un lavoro, ed è cosa nota che, quando si cerca un lavoro, ci si può imbattere in qualsiasi tipo di offerta... Ed è così che ti capita l'annuncio ambiguo, finalizzato a raccogliere poveri disperati per sbatterli davanti ad un citofono a cercar di vendere gusci di noccioline vuoti. 
Un bel giorno, però, finalmente arriva la chiamata che ha tutta l'aria di essere una proposta serie, in risposta ad un curriculum inviato chissà quando, da chissà dove e non si sa bene a chi (se siete disoccupati in cerca di impiego capirete all'istante che cosa intendo!). 
Così parti e ti fai qualche decina di chilometri tra treno e pullman per andarti a fare questo colloquio, anche se la proposta non è che ti convinca del tutto, perché, in fondo in fondo, sai che tu la "dialogatrice" per strada non riusciresti a farla tanto bene. Ma i dubbi te li metti in tasca e vai comunque all'avventura, ti perdi un paio di volte, maledici la lentezza del cellulare che non ti apre Google Maps, però, alla fine, arrivi sana e salva nel luogo indicato dalla voce al telefono. 
Ci stai due ore lì, tu ed altre quattro persone, ti spiegano che dovrai stare dieci ore in piedi, con la neve o col sole di agosto, che dovrai stare un giorno a Trieste e l'altro a Bologna, ti fanno fare un test scritto dove ti chiedono, tra le altre cose, quanto ti piaccia il rosso, ti fanno fare un paio di simulazioni di "vendita" coi tuoi compagni di avventura... Insomma, alle 12:30 sei fuori. 
Nel pomeriggio ti arriva l'e-mail nella quale ti comunicano che la tua candidatura NON può essere accolta. Pensi alla mezza giornata persa, al mal di testa che ti è venuto, ai soldi che hai speso tra fototessere, biglietti del pullman, del treno e caffè buttati giù come fossero acqua. 
Ricominci da capo.
Se la vita lavorativa proprio non riesce a partire, mi posso consolare parzialmente (ma molto molto parzialmente) con i "successi" letterari. 
Ma vuoi vedere che, forse, il romanzo me lo pubblicano davvero?
Qui, alla voce "Sezione narrativa", il giudizio dato all'opera vincitrice del Premio Jacques Prévert 2015, ovvero al mio romanzo.