sabato 31 marzo 2012

La scrittura e il malumore

Oggi mi sono alzata col piede sbagliato! Sono stata di cattivo umore, con intervalli di scenate isteriche, per gran parte della giornata... 
Poi mi sono messa a scrivere... Ho scelto la penna con una cura che a chiunque sarebbe apparsa eccessiva, mi sono avvolta nella mia coperta arancione e ho iniziato a scrivere: ne è venuto fuori un breve racconto, uno dei tanti che nessuno leggerà mai... 
Trovo pazzesco il fatto che una penna possa ispirarmi, perché, in effetti, se sono riuscita a completarlo, lo devo al contatto tra penna e foglio; se avessi usato il computer mi sarei fermata dopo le prime frasi, ne sono certa... 
Non ho mai avuto troppi problemi con la tecnologia, eppure l'atto di scrivere resta per me qualcosa di prevalentemente manuale, un atto appunto! 
Amo le penne "morbide", dal tratto spesso, che danno l'impressione di una fusione col foglio. 
Non premo mai troppo, non lascio solchi ma solo segni...

giovedì 29 marzo 2012

Avanti o indietro?

Quanto più si avvicina il fine settimana tanto più le energie vengono meno e, con esse, la voglia di alzarsi dal letto la mattina... 
Le ore che trascorro in uno stato di trance, tra il sonno e la veglia, ormai non le conto più; soprattutto sul pullman riesco a concludere ben poco se decido di aprire un qualsiasi libro. 
L'unica cosa che sembra tenermi in piedi, ultimamente, è il sole tiepido che, se non altro, compie il suo dovere a contatto con i miei vestiti prevalentemente scuri. 
Che la mia natura di creatura invernale stia lentamente svanendo di anno in anno?
Al contrario di quanto avviene per il sole non conto tanto sul cibo per tenermi su: vivo di caffè per giorni interi! Se non sono a casa, l'atto di mangiare, mi risulta quasi innaturale, come mi accadeva fino a qualche anno fa...
Vado avanti o torno indietro? Forse per dirlo dovrei avere una bella cartina del mondo sulla quale sia tracciato il mio percorso e, solo allora, potrei dire se, rispetto al percorso già tracciato, sto andando avanti o indietro...

martedì 27 marzo 2012

La fissa del semestre

Ogni semestre devo necessariamente imbattermi in un corso che mi ossessiona (alle volte più di uno)...
Questa volta, nonostante la lentezza con la quale procede (si parla, in media, di una lezione a settimana!), 
a martellarmi la testa è il corso di Storia dell'arte contemporanea! Sarà per il fatto che, per me, si tratta di un mondo relativamente nuovo, sarà per gli stimoli singolari che l'arte contemporanea può offrire ad una studentessa di filosofia, sarà per qualche motivo che ancora non mi è del tutto noto... fatto sta che la visione tanto delle forme rigide, quanto delle "non-forme" di quadri e sculture (a volte la distinzione tende ad annullarsi) mi lascia in un singolare stato di silenzio gravido di idee...
Probabilmente non sarà semplice studiare la materia che, fondamentalmente, vista la mia formazione, non posso dire ancora mia, tuttavia sarà anche interessante sperimentare nuovi approcci resi necessari dal nuovo oggetto...
La prima cosa da superare sarà il mutismo che suscita il primo impatto con opere che risultano volutamente silenziose!

domenica 25 marzo 2012

Piccoli e grandi interrogativi

Si sa che ho il vizio di perdermi nell'Iperuranio mentre faccio le cose più semplici e, infatti, oggi, mentre maneggiavo le forbici per tagliare le unghie della mano destra, mi sono ricordata di una grande preoccupazione che da bambina mi perseguitava: quella di non riuscire, da grande, a tagliarmi le unghie con la mano sinistra senza l'aiuto di mia madre! 
Già a quei tempi la paranoia si faceva sentire e scenari apocalittici mi si stagliavano davanti agli occhi; già mi vedevo ad andare in giro con orribili artigli ricurvi lunghi decine di centimetri...
Un'altra grande preoccupazione riguardava, poi, i lacci delle scarpe; sarei mai riuscita ad allacciarmi le scarpe da sola? E nel caso non ce l'avessi fatta, da grande, sarei stata condannata a portare esclusivamente scarpe senza lacci?
Questi i grandi interrogativi di una piccola studentessa di filosofia quando ancora non studiava filosofia!
Forse, però, se  i problemi del passato, attualmente, hanno assunto queste dimensioni, c'è speranza anche per una futura risoluzione degli interrogativi di oggi. Che sarà mai rispondere a domandine del tipo: "Chi sono?", "Da dove vengo?", "Dove vado?"...

sabato 24 marzo 2012

Immagini e chiodi fissi 3

Ormai è assodato che i giorni di riposo sono dedicati agli scarabocchi con la china...
Oggi mi sono resa conto del fatto che ha un odore forte, più forte di quello che ricordassi ma, in fondo, familiare... 
         
Ho preso male le misure e una parte dei piedi non c'è entrata...

venerdì 23 marzo 2012

Riflessioni generazionali


Sono reduce da una settimana universitaria abbastanza intensa; sebbene i giorni occupati dai corsi siano stati solo (si fa per dire) quattro, svegliarsi alle sei, se non prima, per quattro mattine di seguito un po' è stancante... Per cosa? Forse, nella migliore delle ipotesi, per un'incognita... 
Ma non lamentiamoci! Potrebbe andare peggio, perché al peggio non c'è mai fine e, dopo tutto, lamentarsi è un privilegio che la mia generazione non può permettersi... Anche se, di fronte a giorni che scorrono inesorabili e tutti uguali, ci si rende conto che le cose, forse, non vanno tanto bene, che il prezzo che si paga (a rate o meno) non è mai pari a quello del premio finale, guai a dire che si stava meglio quando si stava peggio! La nostra è la generazione dell'opulenza e ammettere che ci sia qualcosa che non ci si può permettere è un reato, perché la generazione precedente è quella che non poteva permettersi quello che abbiamo noi... la nostra no, la nostra campa di rendita!
Mi piacerebbe, però, che questa "benedetta" generazione precedente che ci ha regalato questa "splendida" e ricca realtà capisse almeno una cosa di questa nostra generazione di sciagurati; c'è una sola cosa che la nostra generazione non può permettersi... La mia generazione non si può permettere il lusso di sognare! La speranza apparteneva alla generazione precedente, che aveva l'idea di futuro, un'idea che noi non abbiamo più, perché il futuro è stato sostituito da un eterno presente al quale, volenti o nolenti, siamo incatenati... Mi piacerebbe che la generazione precedente sperimentasse la mancanza di terreno stabile sotto i piedi che sperimentiamo noi ogni giorno, quando studiamo e non sappiamo in vista di cosa, lavoriamo e non sappiamo a quale fine... Vorrei che almeno per un istante i nostri "padri" arrivassero a cogliere il vuoto che ci hanno lasciato in eredità al posto del futuro che avevano in mente...
Ma non lamentiamoci troppo...

martedì 20 marzo 2012

Questione di "fame"

Siamo al 20 di marzo e l'anno mi sembra iniziato ieri.
Cos'ho fatto durante questi tre mesi? Perché sono volati in questo modo questi tre mesi?
Facciamo che l'anno inizia in Primavera e ricominciamo da domani, ricominciamo da capo ogni giorno e assumiamoci la responsabilità di ogni ora.
Sono stanca un po' di tutto ma nulla sembra bastarmi...
Che l'inizio della nuova stagione mi porti un po' di sana "fame"! La "fame" mi dà la spinta per muovere i miei incerti passi... Dovrò sentirmi vuota e incompleta: fin quando mi sentirò completa sarò immobile.

domenica 18 marzo 2012

Disegniamo!

Il motto del recente film di Wim Wenders, Pina, era: "Danziamo danziamo altrimenti siamo perduti!" Mi permetto di modificarlo in "Disegniamo disegniamo altrimenti siamo perduti!"
Qualche scarabocchio degli ultimi giorni... 



Questo la dice tutta su come mi sento ultimamente...

sabato 17 marzo 2012

Gravità

Non ho voglia di uscire, non ho voglia di studiare, non ho voglia di leggere... semplicemente in questi giorni non ho voglia di vivere, perché la mia voglia di vivere è direttamente proporzionale alla mia voglia di leggere!
Ho trascorso la mattinata ad imbrattare fogli con colori più o meno accesi e nel pomeriggio non ho trovato di meglio che starmene distesa sul letto col sole negli occhi e la musica nelle orecchie, prima di trascinarmi faticosamente fuori di casa... Faticosamente è l'avverbio che più caratterizza le azioni che compio negli ultimi tempi: ogni gesto mi risulta pesante, ogni muscolo del corpo mi sembra un macigno e i miei passi sono troppo gravi. Ho l'impressione che da un momento all'altro possa restare inchiodata al suolo o che, peggio ancora, la gravità mi faccia sprofondare nel terreno...

                                                  




giovedì 15 marzo 2012

Immagini e chiodi fissi 2

Mi sono svegliata alle sei meno dieci, ho guardato più volte il cellulare per vedere l'ora e, finalmente, alle sei e dieci ho disattivato la sveglia e ho rimesso il cervello in standby. Se ne deduce che oggi ho saltato i corsi all'università.
Con risultati più o meno accettabili mi sono messa a disegnare...



Come per l'ultimo disegno, anche stavolta avevo un'immagine fissa in testa da diversi giorni. Ultimamente queste forme mi spuntano nella mente come funghi...

martedì 13 marzo 2012

Nudità e sessualità


Tra un corso e l'altro ci si può concedere una lettura leggere e l'ultima alla quale ho dedicato qualche ora nel fine settimana è stato I vizi capitali e i nuovi vizi di Umberto Galimberti, autore che ormai sentivo nominare dappertutto ma del quale non avevo mai letto una sola riga. 
Al di là dei giudizi contrastanti che si sentono in giro sull'autore, qualche frase significativa l'ho trovata e, quella che sto per citare, era inserita nel capitolo sulla spudoratezza, considerata uno dei nuovi vizi.
La nudità del nostro corpo non dice ancora nulla sulla nostra disponibilità all'altro.
Che cosa si intende qui per nudità? Evidentemente in questo caso la nudità è di tipo fisico: essere nudi di fronte ad un altro, togliersi i vestiti è relativamente semplice, addirittura lo si può fare sotto gli occhi di un estraneo senza dover necessariamente provare una profonda vergogna.
Ma essere davvero nudi cosa vuol dire? Forse questo secondo tipo di nudità prevede un'esposizione molto maggiore rispetto al primo, un'esposizione non del corpo ma della mente, perché la vera sessualità non è tanto nel corpo quanto nella mente. Mettere a nudo la propria "sessualità mentale" richiede un elevato grado di intimità, in quanto prevede che si porti alla luce ciò di cui, spesso, neppure noi stessi siamo a conoscenza. Si accorda la propria disponibilità all'altro solo in questo secondo caso, solo in questo secondo caso l'esperienza è realmente vissuta perché ci si sposta da sé, dalla chiusura del proprio corpo, per entrare in contatto con qualcosa di altro e di diverso da sé. Perché, in fondo, per quanto possano occupare un ruolo centrale, i corpi sono tutti simili tra loro...

sabato 10 marzo 2012

Labirinti eretti dal tempo della mia anima

Quattro o cinque giorni possono distruggerti... e oggi sono polemica...
Perché attacco le persone di punto in bianco? Non l'ho mai fatto! Ma quattro o cinque giorni possono distruggerti...
Cammino a passo svelto senza una meta e sembra che sappia benissimo dove puntano i miei passi...

Ho fame di parole... parole scritte, dette, pensate, trasmesse, omesse, fraintese, interpretate, sperate, rifiutate, dolci, tristi, profonde, banali... Rivoglio le parole...
Leggo perché ho fame ma è come bere l'acqua del mare...
Le parole che ingurgito finisco per vomitarle qui o in altri "luoghi" simili...
Cos'ho in testa mentre fuggo sfuggendo a me stessa? Questo mi sfugge...
Prima o poi dovrò ritrovarmi: il più delle volte mi incontro per caso nei luoghi più strani!
Ritrovandomi mi do la mano, spero di essere guidata e finisco col vagare di nuovo in corridoi spettrali di labirinti eretti dal tempo della mia anima...
Ho detto anima? Esistono significanti con troppi significati che, in fin dei conti, arrivano a non averne nessuno.
Ho costruito le mura della mia prigione: una prigione sconfinata, nella quale si può camminare in eterno senza passare due volte per lo stesso punto, pur girando in tondo...

mercoledì 7 marzo 2012

Amori impossibili


Sarà il raffreddore che oggi non mi dà pace, sarà lo stato di stordimento che ne consegue ma chissà perché stasera mi è venuta voglia di scrivere due righe sull'amore... Ne parlo poco in effetti, fedele all'ultima delle sette proposizioni del Tractatus wittgensteiniano: "Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere". Si deve tacere perché, ovviamente, non si possiedono i mezzi "scientifici" per poterne parlare e sottoporlo al vaglio della ragione, come mi piace fare con molti argomenti, sarebbe alquanto infruttuoso.
C'era, però, un tipo determinato di amore al quale pensavo ovverosia l'amore che comunemente si definisce impossibile. Tralascio i come e i perché dell'impossibilità di questo amore per soffermarmi su un aspetto singolare: il senso di sicurezza che può trasmettere. Sembrerebbe un controsenso ma, se ci si pensa bene, un amore impossibile, tra le altre cose, implica la non necessità dell'azione, giustificata dal fattore stesso dell'impossibilità; in altri termini, se mi innamoro di una persona che so di non poter raggiungere, che so che non potrà mai ricambiare i miei sentimenti, mi sento giustificata a non far nulla per ottenere l'amore di quella persona: è un bearsi nel proprio struggimento, una forma sottile di masochismo. Guardare da lontano la persona "amata" non implica un coinvolgimento diretto e questo mi mette al riparo da ogni possibile delusione; un amore impossibile è anche una forma di autodifesa, un po' come guardare una partita di calcio protetti da una rete metallica: si guarda la partita ma non si corre il rischio di prendersi una pallonata in faccia. Se si perde la partita, non siamo noi ad averla persa, almeno non direttamente!
Queste considerazioni sono anche una forma di autocritica...


martedì 6 marzo 2012

Corsi con le nuvole

Primo giorno di corsi di questo secondo semestre...
Come al solito parto tutta esaltata, nonostante il risveglio alle cinque e mezzo di mattina, nonostante il fatto di aver perso l'abitudine alle quasi due ore di viaggio. 

A volte mi stupisco di me stessa e mi chiedo da dove esca tanta energia, quando ci sono giorni che mi sveglio stanca e vado a dormire più stanca di prima!
Solo il cielo oggi era un po' triste: dopo giorni di sole questa mattina ha deciso di mettersi a piangere ma, ormai, neppure il cielo riesce a cambiarmi l'umore (almeno oggi non ci è riuscito!)...
Che sia diventata meno sensibile ai fattori esterni e tutta protesa verso quelli interni? Non so quanto mi converrebbe un mutamento del genere viste le oscillazioni repentine alle quali sono sottoposti a volte i miei stati d'animo. Forse è meglio tenersi stretta la meteoropatia! 

domenica 4 marzo 2012

Pensare al di là dei limiti


Quand'ero piccola mi capitò di vedere il film Matrix e ovviamente non ci capii un bel niente... 
A distanza di una decina d'anni l'ho rivisto con gli occhi di chi vede qualcosa per la prima volta. Sapete cosa significa per una studentessa di filosofia mezza paranoica come me vedere un film come quello? Ve lo dico io, significa far crescere e sviluppare per bene alcune idee a dir poco strane riguardo alla realtà circostante.
Immaginate di sognare. Nel sogno ciò che si sogna appare come reale e, solo quando ci si sveglia, si classifica il sogno come sogno, quindi come non realtà. 
Ma immaginate di svegliarvi anche dalla realtà: che mondo ci troveremmo davanti? Quale logica dominerebbe quel mondo? Senza la necessità di pensare ad un'intelligenza artificiale che domini il "mondo vero", come si fa a stabilire con la massima sicurezza che quello che ci circonda è davvero quello che 
pensiamo che sia? Se stessimo sognando ogni prova a favore della realtà di ciò che ci circonda sarebbe a dir poco ridicola, dal momento che ogni possibile prova ricadrebbe inevitabilmente nel dominio del sogno. Altrettanto impossibile sarebbe, però, dimostrare che stiamo sognando. Per quanto possa sembrare assurdo non è certo impossibile immaginare una serie di risvegli da un'infinità di sogni che, sognando, percepiamo come reali, senza che possiamo mai stabilire quale sia l'ultimo sogno: potremmo non svegliarci mai da un ultimo sogno... 
Il problema è filosoficamente rilevante, è il problema dei limiti, dei margini della realtà o, se vogliamo, è il problema del "fuori". Per quanto la mente umana si sforzi, non potrà mai uscire fuori dai limiti di quella che percepisce come realtà... 
Cosa c'è dopo la morte? Un altro problema di limiti: fin quando viviamo non possiamo pensare in termini positivi a cosa ci sia dopo la (nostra) vita. 
Universo: ecco un altro esempio. Se l'universo è limitato, al di fuori di esso cosa c'è? 
Quando mi pongo domande del genere, non posso fare a meno di essere assalita dal dubbio che siano poste in maniera sbagliata. Forse certe domande non fanno altro che ricondurre e costringere nei termini dell'essere quello che non è... Forse, dopo tutto, il problema ineludibile è proprio quello del come pensare quello che per millenni è stato definito non essere, quello che c'è al di là dei limiti del pensabile (laddove per pensabile si deve intendere anche l'impossibile)... 

venerdì 2 marzo 2012

Schemi, liste e ordine nella vita di una studentessa di filosofia



Oggi ho ripensato ad uno dei pregiudizi che più spesso ho sentito in giro riguardo ai filosofi, quello secondo il quale saremmo troppo schematici. Ebbene, il pregiudizio è, almeno in parte, vero! 
Nel quarto giorno di questa settimana di pausa non ho trovato nulla di meglio da fare che mettermi a schematizzare gli orari dei corsi che inizieranno la settimana prossima; la trascrizione di orari e aule è stata successiva ad una attenta riflessione sulla maggiore o minore comprensibilità di uno schema secondo i giorni della settimana o secondo i nomi dei corsi... 
Non contenta, nel pomeriggio, ho notato il disordine in cui versava il mazzetto di figurine di mia sorella e mi sono messa a riordinarle per bene nell'album per poi disporre anche in ordine crescente i doppioni...
Tutte queste attività, ovviamente, non potevano essere lasciate al caso e, infatti, sono il risultato di una minuziosa lista compilata dalla sottoscritta qualche giorno prima dell'ultimo esame, lista nella quale erano elencate le attività da svolgere durante la settimana di riposo...
Le liste mi rilassano e gli schemi mi aiutano a semplificare la realtà per meglio affrontarla.
E se stessi impazzendo?  

giovedì 1 marzo 2012

Immagini e chiodi fissi

Ogni tanto mi capita che mi si fissi un'immagine in testa e non riesca a liberarmene fino a quando non trovo il modo di farla uscire... 
Stamattina, quindi, ho preso un bel foglio di quelli rigidi che usavo alle medie per disegnare i fumetti, una matita con la punta abbastanza morbida, china, pennino e pennelli e mi sono data da fare.
Questo è quello che ne è venuto fuori e non è neppure del tutto corrispondente all'immagine/chiodo fisso che avevo (ho?) in testa:


Lasciamo stare il fatto che sia proprio un'immagine del genere che mi si sia inchiodata in testa... Il tentativo di trovarne l'origine, tentativo effettuato a più riprese, è risultato del tutto vano...