mercoledì 30 maggio 2012

Dopo lo studio...

Oggi ho studiato... e dopo aver studiato ho fatto questo...


Nulla mi diverte e mi rilassa come pasticciare coi colori!

lunedì 28 maggio 2012

Il mio umore è il risultato di una lotta

Ci sono giorni in cui semplicemente pretendiamo troppo, in primo luogo da noi stessi ed inoltre dalla giornata... La delusione è inevitabile: si arriva a sera con un pugno di mosche in mano e una stanchezza immensa nel corpo e nella mente...
Mi piacerebbe capire quale sia l'origine di queste giornate di euforia che, più che altro, lasciano dietro di sé una scia di piccoli danni e di ferite che, puntualmente, dovrai leccarti da sola. 
Un evento felice nella giornata precedente? In genere la felicità dura poco e, fino al giorno successivo, non ne resta che il lontano odore. 
L'aspettativa di qualcosa di bello? Mio malgrado non riesco più a pensare a cose belle in relazione al futuro; il futuro mi procura solo attacchi acuti di angoscia! 
I rapporti umani? La mia umanità, negli ultimi tempi, sta subendo strane mutazioni genetiche. 
Diciamo che il mio stupido corpo, o chi per lui, funziona come un sistema chiuso all'interno del quale agiscono cariche con segno positivo e cariche con segno negativo, tutte in movimento, tutte con una gran voglia di prevalere sulle altre; sono tanti piccoli oggetti semoventi il cui equilibrio è un'utopia e la cui agitazione è costante. Il mio umore è il risultato di una lotta.

sabato 26 maggio 2012

Rimozioni

Generalmente ritengo normale che alcuni ricordi dell'infanzia col tempo tendano a sbiadire, tuttavia, seppur sotto forma di traccia, qualcosa nella mia memoria tende a permanere. 
Negli ultimi giorni, però, è successo qualcosa che ha messo in crisi il meccanismo di associazione di immagini ai vari ricordi. 
Parlavo coi miei genitori ed è venuto fuori il nome di una persona che, lì per lì, mi ha detto poco e nulla, se non che quella persona, ora scomparsa, io dovevo necessariamente averla conosciuta, dovevo averci parlato, dovevo averci trascorso del tempo... 
Mi sono messa alla ricerca di un ricordo (e qui viene la parte difficile) e ho finito per trovare qualcosa che è allo stesso tempo un nulla; non sono riuscita in alcun modo a rievocare i tratti fisici della persona, tuttavia c'è una strana sensazione che mi ha accompagnata sin da quando ho iniziato a pensare al vuoto che c'è al posto del ricordo, la sensazione che, all'epoca, la persona della quale sto parlando abbia occupato in maniera forte i miei pensieri e cioè sia stata oggetto di turbamento per la mia mente di bambina, forse (è un azzardo ma qualcosa mi dice che la direzione è quella giusta...) per il modo in cui è venuta a mancare. Anni dopo, la riproposizione di una tale modalità di dipartita ha fatto scattare qualcosa che evito di approfondire...
Casualità o meno, per anni e anni mi è rimasto un buco al posto di un ricordo e, adesso che cerco di riempirlo, mi mancano del tutto i mezzi per farlo... Sopra ogni cosa mi manca un volto...

mercoledì 23 maggio 2012

Caos a priori



Ogni disegno ha un centro, tutto il resto gli si costruisce intorno e tutto quello che c'è intorno diventa a sua volta centro. 
Un'immagine emerge dal caos più totale: una, due, tre linee a caso e poi la mente inizia a vederci qualcosa, a fare ordine e a imporre le proprie direzioni. 
Il caos è a priori, l'ordine a posteriori. 
Caso o destino? Come, non sono la stessa cosa vista da due angolazioni diverse? Ma esistono entrambi!
Quello che oggi mi appare come caso, domani, retrospettivamente, mi apparirà come destino. 

domenica 20 maggio 2012

Idee geniali e non...

Hai un'idea, ti sembra geniale, ti dai da fare per metterla in atto... e strada facendo si rimpicciolisce e ti appare una stronzata colossale! Questo è il mio modo abituale di procedere.
Creo, ricamo per giorni su ciò che ho creato e alla fine distruggo. 
Creare e distruggere sono due dei verbi che preferisco, trovo che riassumano bene quello che faccio e quello che sono: peccato che oscilli continuamente tra le due attività e non riesca a decidermi...


sabato 19 maggio 2012

Quando una canzone mi piace

Quand'è che una canzone mi piace? Quando non riesco a ripeterla dopo averla ascoltata una decina di volte, per il fatto che non ripropone per trenta volte lo stesso ritornello che, dopo un po', scoccia decisamente...
Questa canzone è l'ideale, per quello che dice e per come lo dice: una bella sintesi di contenuto e forma...

"A volte io ho paura di voi più che della solitudine"

mercoledì 16 maggio 2012

Quanta infantilità!

Questo blog è decisamente cupo... Inutile dirlo, subisce puntualmente le conseguenze dei miei cambiamenti d'umore. Sto nera? Tingo di nero il primo spazio, virtuale e non, che mi capiti a tiro! Lo sfondo del blog è il primo a pagarne le conseguenze... se lo stato d'animo perdura passo al cellulare, ad desktop, ai quaderni, ai libri... in casi estremi mi scarabocchio anche le mani. 
Quanta infantilità dimostro certe volte!
Sto cercando di metter su con PowerPoint una presentazione decente per il corso di storia dell'arte e, manco a dirlo, senza neanche accorgermene, ho cambiato lo sfondo delle slide da grigio (che già era allegro!) a nero...

domenica 13 maggio 2012

Dal diario di una persona noiosa...

Mi sono sempre posta un problema: come comunicare i miei stati d'animo alla gente senza sembrare la solita pessimista cronica, l'odiosa vittimista che crede di aver sofferto e di soffrire come nessun altro al mondo... E' difficile esprimersi e far capire che la condizione nella quale ti trovi non pretende alcuna attenzione particolare  per il semplice fatto di essere la condizione di tutti, con picchi di limpida consapevolezza in alcuni e totale ignoranza in altri... Quel che non riesco a far passare è forse la mia convinzione di vivere uno stato di normale infelicità che si comunica per il semplice piacere di farlo e non per essere commiserato, apprezzato, disprezzato, amato, odiato etc... 
Ed ecco, tuttavia, che puntualmente vengo bollata come la persona negativa, la guastafeste, la noiosa che, non essendo in grado di divertirsi, vorrebbe che non lo facessero neppure gli altri... Sarà così? Me lo sono chiesta, perché non sono tipo da risparmiarmi certe domande; tutte le crudeltà psicologiche che la mente umana è in grado di concepire, le rivolgo abitualmente contro me stessa... Ebbene, del divertimento mi infastidisce non il fatto che sia faccenda altrui ma la sua inutilità, il suo essere uno stato che definirei inautentico... Che gli altri si divertano non è cosa che mi tocca, provo solo un vago senso di pena perché la felicità che deriva da questo divertimento, a guardarla da vicino, non regge l'analisi e si sgretola. E quindi neppure volendolo riuscirei più a considerare invidiabile quello stato di divertimento: vedo solo gente incapace di fissare lo sguardo sulla propria reale condizione (condizione che, ripeto, non è mia né loro ma di tutti in quanto esseri umani!), gente che si gira dall'altra parte appunto!
In quanto persona noiosa sono abituata a tenere lo sguardo fisso su tutto ciò che alla maggior parte delle persone non piace, su ciò che le spaventa e le fa fuggire. Non piaccio e probabilmente non piacerò mai perché sono abituata a smontare tutto quello in cui credono e, in fondo, non riesco neppure a sentirmi troppo in colpa per questo. E' forse questa la mia colpa maggiore: il non provare senso di colpa! Perché per me è normale, per me è scontato che sia così e non mi rendo conto di quanto le illusioni valgano per gli altri; sono le illusioni a mandare avanti il mondo!
Le persone continuano a fuggire intanto, e chi non fugge sta comunque a debita distanza...
Ma sono una persona noiosa, non posso pretendere nulla da nessuno e, dopo tutto, non l'ho mai fatto, neppure da piccola, quando, tra le righe che scrivevo, la parola che più spesso ricorreva era già noia...

venerdì 11 maggio 2012

Quattro al prezzo di uno

Martedì, mercoledì, giovedì... e mettiamoci pure venerdì! Quattro giorni come un unico lungo giorno... E oggi pomeriggio ero più rincoglionita di una ottantenne con l'Alzheimer... Si spera che le settimane che verranno risultino più leggere!
Ma la questione non è la leggerezza dei giorni in sé... Si tratta piuttosto della pesantezza che ci aggiungo io a questi giorni. Si tratta dell'entusiasmo che non ho e della forza che periodicamente mi abbandona. Si tratta di quello che pretendo da me stessa e che, di fatto, nessuno mi chiede di pretendere. Si tratta di me, parte di un mondo del quale non ho alcuna voglia di far parte, un mondo nel quale sembro caduta per caso e dal quale vorrei fuggire in silenzio.

domenica 6 maggio 2012

Scomponendo la realtà



Credevo nell'Amore, fino a quando non l'ho conosciuto, preso tra le mani e smontato pezzo per pezzo.
Come mi viene ora di dire cose del genere? Colpa dell'imminente esame di Psicologia... 
Ad un certo punto mi imbatto nella teoria secondo la quale si crede veramente solo alla maniera dell'inconscio, ovvero si crede quando non si conosce, perché il credere, per essere autentico, non deve essere contaminato dal pensiero razionale... 
Nulla di troppo strano se ci si pensa ma, chissà come, mi è venuto da pensare subito a tutti quegli ideali ai quali ci educano a credere sin da bambini. Ecco, tutte quelle belle cose, se esaminate da vicino, mostrano una sorta di trama articolata e scomponibile... quindi decomponibile... Un po' come guardare la materia al microscopio: nulla ci appare più nella sua integrità se guardato da vicino. 
Quando si crede a qualcosa lo si fa senza perché, se quindi si ama davvero non ci si deve chiedere il perché di quell'Amore. Ho smesso di credere nell'Amore e di amare nel momento in cui ho iniziato a chiedermi quali fossero le ragioni del mio amare, quando ho iniziato a guardare alle persone che ho amato con l'occhio del medico legale che seziona: ho cercato la causa dell'Amore come si cercherebbe la causa del decesso in un cadavere... e alla fine l'ho ucciso quest'Amore... 
Pretendevo di dover amare perché l'altra persona aveva un buon carattere, un bell'aspetto o qualsiasi altra caratteristica amabile; ero un'idiota che non si rendeva conto che l'altra persona aveva un buon carattere, un bell'aspetto e tante altre caratteristiche amabili proprio perché l'amavo. 
Costruiamo l'oggetto del nostro Amore con i materiali che questo oggetto ci concede, tuttavia gli architetti restiamo noi. E siamo degli architetti maledettamente bravi, almeno fino a quando non ci mettiamo a fare progetti di costruzione, prendiamo compasso e righelli e iniziamo a tracciare linee seguendo il canone della proporzione!

venerdì 4 maggio 2012

Lasciamo parlare...

Stasera sono assalita dalla pigrizia, oltre che dal solito stato d'animo indefinito ed indefinibile, quindi lascio parlare Sartre (che da un po' mi sta corteggiando) e me ne lavo le mani...
Sorbitevi un po' di filosofia che non vi farà male (forse)!


mercoledì 2 maggio 2012

L'amore e l'attesa

L'ultimo a colpirmi particolarmente era stato il primo di Matrix (visto con dieci anni di ritardo), oggi ho visto un altro film che, nonostante le oltre due ore di durata, mi ha preso dall'inizio alla fine: L'amore ai tempi del colera.
Non sono tipo da tragedie strappalacrime, storie che colano miele da ogni dove o cose del genere e, nel film, non ho trovato nulla di eccessivamente sdolcinato, nonostante il tema portante fosse, ovviamente, quello dell'amore. 
Mi astengo dal raccontare la trama, perché, in fondo, a colpire sono come sempre i particolari, quei particolari che nell'amore sono terribilmente soggettivi e, spesso, non superano i limiti della nostra mente (del nostro cuore se si preferisce) per arrivare all'altro... 
Qui c'è un uomo, un ombra secondo la definizione della donna da lui amata, che attende, e il film non è null'altro che questa lunga attesa, 51 anni, 9 mesi e 4 giorni, durante i quali il protagonista cresce, va con oltre seicento donne, diventa persino ricco ed importante... ma non vive... 
Sarà stato il tema dell'attesa, che mi è molto caro, a colpirmi; ci vuole fermezza d'animo e assenza totale di orgoglio per attendere una persona per oltre mezzo secolo, vederla vivere, amare un'altra persona, avere figli... Una volontà d'altri tempi insomma che mi affascina per la sua lontananza dalla realtà; c'è poco da fare, lasciata libera di scegliere, preferirò sempre l'ideale al reale e, puntualmente, il reale mi colpirà alle spalle!
Anch'io attendo, tuttavia non ho la fortuna/sfortuna di Florentino Ariza, questo il nome del protagonista del film, che ha una donna da attendere, che può vedere, anche se non toccare, ciò che orienta la sua estenuante attesa; io non so cosa attendo e non lo saprò fino a quando questo qualcosa non mi si parerà davanti, se mai accadrà che mi si pari davanti! Non so neppure se il forte sentimento di sospensione, che costantemente mi dice "non ora", si debba placare per un avvenimento o per una persona o per chissà cos'altro!
Strana storia quella del rinvenimento di pezzi di se stessi in racconti narrati da altri...

martedì 1 maggio 2012

Un bel video

Ecco quello che definirei un bel videoclip...

"Fammi vedere come si muore senza nessuno che viva di noi..."