lunedì 25 luglio 2022

E tu, vuoi lavorare in un call center?

Quando decidi di cambiare città, cambiano anche le esigenze, dunque ti rimbocchi le maniche e, da brava giovane che non vuole lavorare, ti metti alla ricerca di un lavoretto (il terzo) che possa in qualche modo rendere dignitose le tue entrate.
E allora, inevitabili come la morte, come il discorso di Mattarella a Capodanno, ti piombano davanti i call center con i loro accattivanti annunci, con gente che sorride a 39 denti. 
Sai di averli scartati già anni fa, sai che hanno una fama peggiore di quella di Enea e Didone quando la Fama li sput**na, ma ti dici che forse forse un tentativo lo puoi fare.
Allora mandi il curriculum e loro ti contattano! Ti contattano pure subito! Perché tanto mica hanno perso tempo a leggerlo il curriculum! Ma questo lo scopri dopo...
Per non tirarla per le lunghe, chiedo subito informazioni che a una persona che lavora seriamente non dovrebbero interessare, ad esempio le ore lavorative, la paga, il tipo di contratto. Mi dicono che c'è un fisso di 400 euro, per quattro ore di lavoro al giorno da casa, per cinque giorni a settimana, con un contratto di collaborazione continuativa. Mi faccio due conti e mi dico che tutto sommato, se posso stare a casa e mi danno un fisso, può valerne la pena di prendersi qualche parolaccia e un centinaio di telefoni chiusi in faccia. Anche se, facendo un calcolo anche più rapido, 400 euro, diviso 100 ore mensili (che sono quelle richieste), sono 4 euro all'ora... Ma non facciamo troppo gli snob, su! In fondo mica te l'ha ordinato il medico di scegliere il classico, e poi filosofia, e poi di iscriverti ancora all'università a lettere classiche! 
Subito però mi sorge un dubbio: la tipa con cui ho parlato non ha specificato se fossero netti o lordi i 400 euri. Dopo una piccola epopea per ricontattarla, mi dice che ovviamente sono lordi... ma non mi devo preoccupare, eh! Ci sono i bonus, i premi, i superpremi e il cinquepermilleallachiesacattolica! In ogni caso mi spiegherà tutto la tutor nei tre giorni di formazione.
Sorvolo sui programmi da scaricare e tutto il resto e arrivo a oggi, il tanto atteso PRIMO GIORNO DI FORMAZIONE!
Siamo tutte donne, di età diversa, provenienti da luoghi d'Italia diversi, stando all'accento. Ci chiedono subito se abbiamo avuto esperienze nel settore in precedenza e, tranne la signora che ha fatto la cartomante (divertendosi pure tantissimo a quanto pare), siamo tutte più o meno novelline.
Ascolto. Seguo i discorsi come ero solita fare durante le lezioni all'università. E purtroppo scopro che la filosofia mi ha trasformato in una specie di Laocoonte (però mi sto zitta e mi risparmio i serpenti stritolatori). Capisco al volo dove vogliono andare a parare le nostre tutor quando parlano, anzi prima che parlino. Capisco che dovremo raccontare un bel po' di ca**ate al cliente ("bugie bianche" me le definiscono). Capisco che venderemo una cosa della quale non capiremo un'acca neppure dopo la formazione (basta imparare a memoria un po' di formule da ripetere come un mantra). Capisco soprattutto che non ci pagheranno neppure quei circa 300 euro annunciati, perché quelli lì te li danno solo se chiudi un certo numero di contratti, altrimenti ti pagano a ore... ma ore in cui effettivamente parli, mica quelle che perdi inattivo davanti al PC! In fondo è il mio sogno proibito restare quattro ore davanti al computer completamente immobile, con le cuffie, un programma aziendale aperto ma senza fare nulla. Le ore effettivamente retribuite, se tutto va bene, sono due su quattro. Ah, e sono pagate se arrivi almeno a 15 ore, se ne fai 14 e 59 no. 
Ciliegina sulla torta? Prevedendo di farci iniziare gli ultimissimi giorni di luglio, in quel periodo saremo retribuite solo per i contratti chiusi, le ore non verranno pagate. Ora ditemi, quante possibilità di fare un contratto ha una che ha appena iniziato questo tipo di "lavoro"? Ma loro hanno la soluzione: "Se avete parenti...".
Una macchia perfetta, non c'è che dire! 
Adesso sono indecisa se seguire la seconda puntata di questa appassionante docuserie sul lavoro in Italia. E soprattutto se correre a compare le cuffie che servono per le telefonate!