mercoledì 24 luglio 2013

Le tesi mi salvano dall'estate


Le tesi mi salvano dall'estate: la mia paradossale verità. 
I ritmi mi sottraggono agli eccessi di pensiero.
Le giornate troppo calde e troppo lunghe sono accorciate e raffreddate dai piccoli fini da raggiungere a sera.
Sophie funge da elemento di disturbo...


domenica 14 luglio 2013

Dieci mesi in due valige

Ho fatto entrare dieci mesi in due valige e qualche busta.
Credo che il difficile sarà trovare un posto a questi resti di vita una volta tornata a casa, dove so bene che il posto che vorrei non esiste; non esiste lo spazio che vorrei. Probabilmente è sempre questione di luoghi, bisogna trovare quello più abitabile per sé... E la soluzione migliore sarebbe trovarlo dentro di sé questo luogo, là da dove nessuno potrà mai cacciarci via... 

C'ero riuscita, avevo chiuso porte e finestre e mi ero ritirata nella mia monadica solitudine, lontana da ogni luogo fisico... Ma si fa presto a disabituarsi: abitare se stessi richiede una tensione continua che ha come esito la pace più imperturbabile. 
Avevo trovato un luogo più accogliente della mia mente... 
E adesso riduco il luogo in pacchetti più o meno grandi e cerco di portarmelo dietro: mi stupisco che alla fine ne resti così poco... Evidentemente pensavo di occupare molto più spazio di quello che in realtà occupo; ci si stupisce sempre di quante poche siano le cose alle quali è riconducibile una vita, di quello che resta dopo che si è messa la parola fine... Tutte le volte che mi è capitato di doverlo fare mi sono sempre ritrovata con una manciata di oggetti tra le mani e il reiterato interrogativo "Ora che me ne faccio?"... Intanto sto qui a chiedermi, oggi per domani: Qual è il mio posto? Dove metto le mie cose? Dove metto la mia vita?

mercoledì 3 luglio 2013

Se il mondo è una mia rappresentazione...

Un paio d'anni fa a quest'ora scrivevo qui quasi ogni giorno... Dovevo aspettarmelo che l'abitudine non sarebbe durata tanto a lungo... Chiunque altro lo vedrebbe come un dato positivo: se non sto qua a scrivere di ogni minima variazione del mio umore, applicando, come direbbe Rousseau, il barometro all'anima, vuol dire che sto facendo altro, ho degli impegni nella vita "reale"... Fatto sta che gli impegni nella vita reale a me non sono mai andati giù, dopo un po'iniziano a pesarmi addosso come macigni, e divento insofferente... 
Quindi cerco pesi a me più confacenti: penso che riuscirei a reggere a lungo solo il peso della mia testa. Solo per abitudine, non per altro...
Se il mondo è una mia rappresentazione, perché non sparisce quando chiudo gli occhi? Perché non si dissolve come un sogno al contrario? I miei desideri più profondi in fondo sono collegati, forse sono uno solo: far sparire me stessa o far sparire il mondo.