mercoledì 20 marzo 2019

Scrittori, correttori e contrappasso

Sono stanca, ho passato il pomeriggio e parte della serata a correggere un testo che di sicuro mi occuperà altre giornate intere, un testo di un autore che sembra non conoscere il senso della parola "comunicare"... 
Ecco, nel caso non fosse chiaro, credo fermamente nel collegamento tra il concetto di "scrittura" e quello di "comunicazione", se si preferisce "condivisione". 
Insomma, se non scrivi per dire qualcosa al mondo, quello che hai scritto lo chiudi in un cassetto, no?
A quanto pare no...
Lo sconforto mi ha portata a formulare questo pensiero: chi scrive dovrebbe sapere cosa vuol dire stare dall'altra parte. Allo scrittore farebbe bene, per un certo periodo della vita, fare il correttore di bozze, il recensionista... il lettore! 
Lo scrittore dovrebbe provare la noia più desolante, dovrebbe compiere il fastidiosissimo sforzo di comprendere la spocchia di chi non vuol essere compreso (ma vuol essere letto!), dovrebbe sentire l'irritazione quasi epidermica che si prova al cospetto di una trama costruita male, di un personaggio vuoto, di una storia senza un'anima. Chi scrive dovrebbe sperimentare il contrappasso prima ancora di compiere il peccato d'essere un cattivo scrittore. 
Correggere pessimi libri farà anche venire i crampi allo stomaco, ma almeno si rivela un efficace vaccino.

FOTO: Autore sconosciuto