mercoledì 26 settembre 2012

Il filosofo e il labirinto

Questa sera pensavo al "mestiere del filosofo" (dopo aver letto questo) e a quella sua utilità che quasi tutti tendono a negare e mi è venuta subito in mente un'immagine, quella del labirinto visto dall'alto. 
Mi spiego meglio: da ogni dove si decantano a gran voce la faticosità della vita, l'incomprensibilità della realtà che ci circonda, l'incertezza del futuro e tutti quei fattori che contribuiscono ad aumentare il livello di stress dei poveri esseri umani che popolano questo mondo di oggi che, per l'appunto, ha tutto l'aspetto del labirito. 
Ora, sappiamo bene che, a meno di non vagare a caso e trovare con un grosso quanto improbabile colpo di fortuna l'uscita, da un labirinto si può uscire in un paio di modi. 
Primo modo: avere l'Arianna di turno che ci tenga il filo e ci guidi verso l'uscita. 
Consiglierei, però, di pensar bene a quel che si fa prima di "lasciarsi guidare", dal momento che, coi tempi che corrono, è difficile capire se l'Arianna che tiene il filo ci porterà davvero fuori o tra le fauci del Minotauro; inoltre, seguire il filo tenuto da qualcun altro vuol dire sempre cedere buona parte della propria libertà.
Seconda soluzione: avere ben stampata in testa una mappa del labirinto visto dall'alto. 
La seconda soluzione non prevede altra guida che noi stessi e la nostra conoscenza del labirinto, fuor di metafora della realtà nella quale ci troviamo immersi. Chi non ha visto il labirinto dall'alto, chi è occupato con questo o quel pezzo di realtà, chi non riesce a sollevare il proprio sguardo al di sopra del muro che si trova davanti o dei sassi nei quali inciampa, difficilmente riuscirà a trovare l'uscita. 
Cos'è un filosofo dunque? Uno che prova ad abbozzare la mappa del labirinto per poter uscire. La storia della filosofia è la storia dei tentativi di uscire dal labirinto, non fosse altro che per questo la si deve studiare, non fosse altro che per questo esiste un corso di laurea in Filosofia! 
Se si vuol fare almeno il tentativo di orientarsi nella realtà, e in una realtà come quella attuale più che in quella del passato, non ci si può permettere il lusso di buttare nella spazzatura neppure lo schizzo più parziale dell'intricata struttura che ci ospita, prenda esso il nome di Critica della ragion pratica, Essere e tempo, Simposio o Fenomenologia dello spirito.
Miei cari signori, se il mondo va a rotoli, la cosa avviene perché chi ha un po' più potere di qualche altro, molto probabilmente, non sa neppure di trovarsi in un labirinto, semplicemente va avanti seguendo l'odore allettante del cibo, senza sapere che il banchetto finale sarà lui stesso e l'umanità che si porta dietro.

Tilt burocratici


Qual è la cosa che odio di più? Vediamo, sono indecisa su cosa piazzare in cima alla lista, tuttavia ad occupare sicuramente uno dei primissimi posti c'è una cosa chiamata BUROCRAZIA! 
Pensiamo ad una grossa macchina i cui pezzi sono tanti tasselli anonimi: la burocrazia è più o meno qualcosa di simile, col difetto, però, che ciascun pezzo, troppo spesso, se ne infischia del lavoro dell'altro, fa il suo e tace e, quanto più è inumano e spersonalizzato, tanto meglio è. 
Vuoi mandare in tilt un intero sistema burocratico? Devi assumerti l'onere di essere l'eccezione alle regole che hanno preconfezionato per te e pregare di essere riconosciuto come caso particolare e non come sottosezione di una sezione dell'articolo tot... 
A cosa mirano tutti questi rischi e queste rotture di scatole? Ovvio, ad un corretto assorbimento del tuo caso nelle regole del sistema!
Per la cronaca: ho appena sperimentato che essere la causa del tilt è alquanto stressante!

domenica 23 settembre 2012

Deserti

Vedere deserto un luogo che generalmente è pieno di gente determina una strana sensazione, una specie di esaltazione in realtà; una voce dentro ti dice che in quel momento quel luogo è tuo. 
Non credo sia un caso che gli eremiti abbiano scelto i deserti o i monti più inaccessibili: nel luogo dovevano vedere riflessi se stessi, dovevano trovare se stessi. 
Non credo sia un caso il fatto che io preferisca il mare in inverno, quando a nessuno verrebbe voglia di avvicinarsi alla spiaggia.
Non credo sia un caso il fatto che io preferisca avvicinarmi agli animi più singolari, quelli che per lo più spaventano gli altri: anche quelli sono dei deserti sconfinati che ti costringono a guardarti dentro.


venerdì 21 settembre 2012

Tutte le possibilità in una direzione

Ogni realtà, lo sappiamo, è inferiore all'ideale; ogni cosa che esiste ha dei limiti, mentre il pensiero è privo di limiti [F. Schiller - Sulla poesia ingenua e sentimentale].
Poi si chiedono perché uno tende pericolosamente verso l'ideale e arriva a disprezzare il reale. Posso amare la vita, posso amare il mondo, posso amare la realtà e tutti quelli che ci si trovano immersi fino al collo ma ci saranno sempre troppi limiti per i miei gusti.
La differenza che c'è tra la realtà e il pensiero è quella che esiste tra un muro e una strada: il primo blocca, impedisce di spaziare con lo sguardo e di muoversi col corpo, la seconda rappresenta un'apertura, tutte le possibilità concentrate in una direzione.
Ma non si fraintenda: la realtà la si può amare lo stesso.


lunedì 17 settembre 2012

Note

Prime note per i prossimi dieci mesi...
1) Il caffè conviene prenderlo al distributore come l'anno scorso... ché a farlo in camera ci metti il doppio del tempo e metà dell'acqua evapora sulle piastre!
2) Chiedere che fine abbia fatto il cavetto per la connessione ad internet visto che con la rete wirless si rischia di invecchiare prima che compaia la pagina per l'autentificazione.
3) Disdire le pulizie (in verità questa nota dovrebbe essere dell'anno scorso) perché anche se stai in mutande, se non rispondi quando la signora delle pulizie suona alla tua porta, quella entra senza farsi troppi problemi...

sabato 15 settembre 2012

Follia

Sarà l'influenza del libro che sto leggendo attualmente, la Storia della follia nell'età classica, ma ultimamente mi è tornato in mente un vecchio chiodo fisso che, di tanto in tanto, si fa sentire in maniera più energica del solito. Si parlava di Descartes e di tutta la faccenda dell'evidenza e della certezza del mondo data dal cogito: di fronte alla follia tutto questo discorso inizia a vacillare e non c'è Dio garante che tenga! 
Lasciando da parte Dio, resta tutta l'incertezza, surreale ma pur sempre possibile, riguardo alla realtà della quale facciamo parte. Non c'è bisogno di immaginare scenari da film di fantascienza, basta riflettere su quanto può avvenire ogni giorno con una qualsiasi esperienza per rendersi conto di quanto possa essere potenzialmente ingannatrice l'immagine del mondo che ci creiamo. Diciamo pure che vivere è un po' come trovarsi di fronte ad un testo da interpretare, un testo senza autore, quindi senza una volontà che abbia stabilito in anticipo i significati... Interpretiamo di continuo quello che leggiamo sui giornali, i gesti e i comportamenti delle persone che ci stanno intorno, gli avvenimenti dai quali ci sentiamo investiti, le emozioni che sentiamo sorgere dal nulla dentro di noi: è tutto un lavoro di continua interpretazione.
Interpretazione appunto... La domanda sorge spontanea: cosa distingue un'interpretazione giusta da una sbagliata? In altri termini, cosa ci permette di distinguere una visione del mondo dettata dalla follia da una visione del mondo propria di una persona detta sana? La cosa interessante e allo stesso tempo inquietante è che "dall'interno" nessuno può proclamarsi sano o malato: per quanto possa sembrare assurdo, nessuno potrà mai dire di se stesso "sono sano di mente" senza una conferma esterna. La follia, come la normalità, è un fatto relazionale: senza un termine di paragone, nessuno è in sé folle o sano di mente. 
Se esistesse un unico uomo sulla Terra e quest'uomo fosse convinto di essere perseguitato giorno e notte da orribili fantasmi, sarebbe pazzo? O meglio, chi sarebbe in grado di definirlo pazzo?

giovedì 13 settembre 2012

Cominciamo senza inizio

So che non dovrei dirlo ma sono felice di sapere che per i prossimi dieci mesi non starò a casa! 
Anche quest'anno si va a stare all'università e questa volta, vista la disposizione, sarà la prima cosa che vedrò la mattina dalla finestra quando mi sveglierò... "Bella prospettiva!" potrebbe pensare qualcuno, considerando che, invece, quello che vedo dalla mia stanza a casa è la distesa azzurra del mare. Eppure persino il mare mi è venuto a noia! 
E la pioggia dove la mettiamo? Oggi ce n'era tanta da irrigare il Sahara! Sopravviverò, come sono sopravvissuta per quattro anni...
Non dimentichiamoci poi dell'angoscia... che quest'anno non c'era! Gli inizi sono sempre stati traumatici per me e, per fortuna, quest'anno non c'era inizio.

martedì 11 settembre 2012

Interruzioni momentanee

Sono proprio una blogger sciagurata! 
Da più di una settimana non ho aggiunto una singola parola... Vorrei dire che sto per rimediare, che scriverò qualcosa di interessante ma la verità è che non ho nulla di interessante da dire perché quando sei troppo presa da quello che succede fuori di te hai poco tempo per prestare attenzione a quello che succede nella tua testa... Quella che chiamano noia è la conditio sine qua non di ogni esistenza riflessiva ed io sono portata a scrivere quando rifletto. Conclusione: se mi immergo troppo nella vita mondana non rifletto e non scrivo. 
Sono disposta a sacrificare la mia noia per tutte le cose interessanti di questo mondo? Neanche per sogno! A breve ritroverò la precarietà del mio equilibrio interiore e, portate a termine un po' di faccende burocratiche, tornerò alle mie riflessioni...

lunedì 3 settembre 2012

??????? - FraMmeNTo - ???????

Tirare le somme dell'estate: calcola i libri che hai letto, sottrai i bagni che non hai fatto.
Sudare ti rende troppo umana e il sole che abbronza è cosa comune... Odio quel che è comune!
Odio l'odio che subisco d'estate... Mi odia il caldo nelle notti insonni!
Luglio e agosto sono liquido caldo e rendono detestabile persino il sangue che ti scorre nelle vene...
Mezzogiorno ti martella la testa, ti pulsa negli occhi...
Ho la nausea per la mia stessa allegria: non sono un essere solare!
I mostri del sottosuolo riemergono a settembre: che mondi hanno scavato! Si perderanno nelle loro stesse gallerie un giorno e nessuno avrà il coraggio di scendere laggiù per tirarli fuori... Nessuno conosce la strada!
Vuoi una mappa? Ci accenderesti il fuoco col primo freddo...
Quella del fuoco è l'unica luca che i miei occhi sopportino... 
Morire incenerita dalla luce solare: morire per eccesso di vita... Non sono un essere solare!
Percepire i minimi movimenti della notte: sai che occhi ci vogliono?

sabato 1 settembre 2012

Cambio di clima, cambio d'umore

Sarebbe utile in certi casi essere capaci di tracciare una netta linea di demarcazione tra mente e corpo... Peccato che l'arrivo di settembre e il cambio di clima mi ricordino ogni volta come l'arte della separazione non si possa applicare dovunque e in maniera indistinta. 
Potrebbe sembrare un caso ma, se per tutto il mese di agosto, ogni singolo giorno, sei ridotta ad un'ameba da mezzogiorno elle sette e poi, all'improvviso, con la prima pioggia e l'arrivo del fresco ti ritrovi tutta allegra e pimpante durante le stesse ore, qualche domanda te la fai! Forse la tua mente soffriva davvero per il caldo che torturava il corpo...
Ci si potrebbe chiedere: il clima uggioso non dovrebbe mettere tristezza? E qui i nodi vengono al pettine... Probabilmente è una questione di concordanza, come se il mondo ad un certo punto ti dicesse "Oggi ti vengo incontro! Oggi sono come te!"... E' semplicemente gioia nella tristezza: malinconia, in una parola.
Non è che non ami il sole, gradisci anche quello, tuttavia ritrovare la pioggia a settembre è come presentarsi ad un appuntamento per il quale ci si prepara da mesi; verrebbe voglia uscire di casa, alzare gli occhi al cielo ed abbracciare l'acqua che cade come si farebbbe con un'amante troppo a lungo desiderata.