lunedì 23 giugno 2014

Pessime annate

Ci sono anni che definire pessimi è poco: ti tolgono tutto, anche te stessa, e lasciano dietro di sé una scia di sfortunati eventi che si prolunga per gli anni successivi.
Nella mia vita fino ad ora il 2011 si conferma sul podio come il peggior anno che abbia mai vissuto: lo sto scontando ancora goccia dopo goccia, incazzatura dopo incazzatura!
In alternativa potrebbe essere un brutto periodo che si prolunga oltre ogni più buia prospettiva e lo dico ben consapevole di non essere affetta dalla cosiddetta sindrome di Paperino...


mercoledì 18 giugno 2014

Alla fine non si matura mai

Puntualmente, in questo periodo dell'anno, sono assalita da una specie di nostalgia. Causa? La maturità in corso... 
Se non erro, sei anni fa (sì, BEN SEI ANNI FA! Lo ripeto a me stessa...), era esattamente il 18 giugno che iniziai la mia di maturità. La ricordo con una certa "tenerezza" ma alla fine so bene che lo stress a cui sottoposi la mia povera testa fu tale da portarmi sull'orlo di una crisi di nervi. Se dovessi scegliere un'immagine che rappresenti me in quel periodo, sarebbe quella di una molla, una piccola molla pronta a reazioni esagerate ad ogni minimo stimolo! Per certi versi alcune condizioni d'animo si ripropongono: mi sembra di vivere mille volte la maturità, mille volte la laurea, mille volte i momenti d'ansia della mia vita. La cosa confortante è che la seconda volta già senti meno il colpo. La terza è quasi una carezza...

sabato 14 giugno 2014

Il significato di "crisi"

Κρίσις – εως : il separare, la scelta, il giudizio, l’esito, la soluzione, la condanna.
Il sostantivo deriva dal ben noto verbo κρίνω che vuol dire separare, distinguere, scegliere, risolvere, emettere una sentenza, accusare, condannare, valutare.        
I termini adoperati sono molti ma il significato di fondo è lo stesso o, quanto meno, rimanda ad un concetto unico anche se articolato.          
La crisi è la fase del giudizio finale, il momento in cui, si potrebbe dire, i nodi vengono al pettine e si è costretti a fare i conti con il proprio percorso; durante una crisi si sentono tutte le conseguenze delle proprie azioni e si è chiamati a render conto del proprio operato.                    
Non a torto un personaggio del calibro di Schelling sosteneva, nella sua filosofia della mitologia, parlando di ben altro, che ogni crisi è una sentenza; e ogni sentenza non costituisce forse, in quanto fine di un processo, un momento di risoluzione e di svolta? La crisi, pertanto, non può non essere anche frattura, separazione e scelta di qualcosa di nuovo. Parliamo, insomma, di quel delicato momento che contiene in sé, uniti in maniera inscindibile, fine ed inizio.      


martedì 10 giugno 2014

Robert Musil e quegli strani turbamenti


Ci sono libri che, quando arrivi all'ultima pagina,
ti lasciano in preda ad un turbamento non facilmente attribuibile ad una ragione precisa; trovo che appartengano a questa categoria i libri di Musil e, a un paio d’anni dalla lettura de L’uomo senza qualità, quello strano senso di turbamento mi ha assalita di nuovo di fronte a (mi si perdoni il gioco di parole)  I turbamenti del giovane Törless. 
Mentre lo leggevo ero dimidiata tra la voglia quasi ipnotica di continuare, pagina dopo pagina, per capire, per vedere, e un profondo senso di repulsione che a tratti minacciava di farmi lanciare il libro lontano.   
Non è un caso che la stessa duplice sensazione mi colga la maggior parte delle volte che leggo qualcosa di Nietzsche: bruciano e fanno male i punti “malati”, quelli in cui, dunque, c’è da scavare e qualcosa da capire.  E allora cos'è che fa male in ciò che scrive Musil? Genericamente penso sia la mancanza di appigli, il fatto che conduca il lettore di fronte alla natura ultima dell’essere umano per poi farlo precipitare dinanzi ad una terribile presa di coscienza: in realtà non c’è alcuna natura, nulla di stabile, nessun io che faccia da sostegno coerente ad un mare di slegati attributi. È l’incoerenza a diventare urticante nelle opere di Musil; il nostro occhio è ancora abituato al rassicurante personaggio tutto d’un pezzo e resta frustrato di fronte all'impossibile unitarietà di certi uomini senza qualità. Il giovane Törless, l’adulto Ulrich sono il risultato ultimo di una geniale ricerca che ha assunto come metodo la graduale distruzione di ogni certezza. La ricompensa per tutto ciò? La possibilità, nient'altro che la pura possibilità di essere chiunque.