martedì 4 luglio 2017

Lo spazio del di più

Da quando ho deciso di fare la persona seria e crearmi un sito altrettanto serio, questo è diventato lo spazio di ciò che è in esubero, del resto. Sì, proprio di quel di più che si accumula alla fine di ogni giornata, quel tarlo che, nonostante i mille pensieri "concreti" (soldilavorospesetelefonateemailcorrezioniletture...), resta lì a pungolarti come ciliegina sulla torta mentre cerchi di prender sonno. 
Avverti quella fastidiosa sensazione dai contorni talmente sfocati da sembrare inesistenti, sta lì a ricordarti che qualcosa non torna, che qualche elemento è fuori posto. Ti fermi a ripercorrere la lista dei pensieri con alta priorità e ti rendi conto che questo "qualcosa", stranamente, non è tra essi. Come fa una cosa che ti ossessiona a non essere in cima ai tuoi crucci di giornata? Semplice, mentre il cervello calcola, programma e quant'altro, subdolamente l'ambascia senza nome si gonfia, cresce e attende il momento più opportuno per poterti schiacciare, precisamente quando, stanca, abbassi le difese. All'improvviso il mostro che ti abita dentro si palesa, ti ricorda che gli appartieni, che puoi fingere indifferenza finché vuoi, ma alla sera ci sarà sempre lui ad attenderti. Tu non gli hai tributato la giusta attenzione durante la giornata, sei colpevole di questo. Pretende spazio e cura, quella che i tuoi sensi, ormai iper-sviluppati dal primo al sesto, non vorrebbero accordargli, perché sanno fin troppo bene che li saturerà tutti con la sua presenza. 
Dunque cosa fare? Liberarsene è da escludere, sarebbe come tagliarsi via un arto se non di più. L'unica strada percorribile prevede che lo si lasci sciogliere pian piano, fino a vederlo condensato sul foglio, in caratteri comprensibili al resto dell'umanità.