Analisi di un ideale: il mio Nietzsche che, di opera in opera, non fa altro che apparirmi più umano, in certi casi troppo umano, è il caso di dirlo!
Un'osservazione valga per tutte:
Non poter prendere a lungo sul serio i propri nemici, le proprie sventure e nemmeno le proprie malefatte, è tipico di nature forti, complete, dotate di un'eccedenza di forza plastica, imitatrice, apportatrice di salute come d'oblio [Genealogia della morale].Pensarla in questo modo non gli impedisce, però, di criticare, per tutto il libro, i suoi "nemici" (Wagner in primis e, in una certa misura, anche Schopenhauer) e quindi di dimenticarsi di dimenticare o quanto meno di non prenderli sul serio.
Decisamente molto terrena come contraddizione.
Per non parlare del fatto di dimenticarsi delle proprie sventure! Gridare con tutta la voce che si ha che la realtà in cui si vive è dominata dall'elemento debole, dalla mollezza, che in essa prevale la logica del gregge e che, dunque, si è circondati da tante pecore, vuol dire dimenticare le proprie sventure?
Friedrich, dovevi disprezzare di più l'umanità!
Per me è sempre stato "Umano troppo umano" e hanno sempre fatto ridere le sue contraddizioni! Perché non fanno altro che confermare la mia tesi sull'uomo che disprezza negli altri i propri errori... Come l'odio che provava per Wagner dapprima venerato, gli era crollato un mito, il mito di se stesso!
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