lunedì 22 febbraio 2016

Nota #3 a Le tele di Valerie: trama in sintesi

In genere le recensioni le scrivo per i libri degli altri, come è giusto che sia, visto che nessuno si fiderebbe del giudizio dato da qualcuno sul suo stesso libro; tuttavia oggi cerco di fare l'esatto opposto di quello che faccio di solito, ovvero, anziché soffermarmi sulle riflessioni, sulle sensazioni che lo scritto suscita in me, mi soffermerò sulla trama, proponendo in estrema sintesi il contenuto del romanzo.
E dunque, cosa ci si deve attendere da questo Le tele di Valerie? Quanto meno quello che segue...

Valerie non varca la soglia del giardino della propria casa da oltre cinque anni. Trascorre le giornate in compagnia dei suoi cinque gatti, cercando di imprimere sulle tele l'informe caos che le si agita dentro, ripetendo ogni giorno gli stessi identici gesti. L'insolito comportamento di Valerie, unitamente al fatto di aver trascorso dei mesi in una clinica psichiatrica, contribuisce a consolidare il pregiudizio che la vuole irrimediabilmente folle. Il giovane Orazio, per lungo tempo, osserva la donna da lontano, fino a quando una banale coincidenza gli offre l'occasione di entrare in contatto diretto con lei e guardarne da vicino i gesti e soprattutto i quadri. Durante una delle sue visite il ragazzo si imbatte in Miriam, l'unica persona che sia stata capace di avvicinarsi a Valerie prima di lui.
Orazio e Miriam, ciascuno a suo modo, contribuiscono alla rottura del rassicurante ma, allo stesso tempo, quasi inumano equilibrio consolidatosi nella vita di Valerie, fino al precipitare degli eventi che la costringono a ritornare nel mondo e a dare nuovo senso alla propria vita, al proprio passato e alle proprie tele.

Nessun commento:

Posta un commento