domenica 6 gennaio 2013

Fine delle vacanze

Credo che con oggi le vacanze possano dirsi ufficialmente terminate. 
Di cosa ho voglia in questo momento? Di affogare tra le pagine dei miei libri, di continuare da dove avevo interrotto lo studio e dimenticarmi del fatto che è trascorso un altro anno. 
I miei ritmi vitali tendono all'anarchia, non tollerano molto le festività e i conseguenti sconvolgimenti obbligati, prediligono le rivoluzioni fuori programma. 
Mi ero ripromessa di fare un po' di conti circa l'anno appena trascorso ma mi rendo conto che c'è ben poco da dire, se non che ha portato con sé una serie di microfratture: il 2012 è stato come un osso che si rompe in più punti e che lascia, inevitabilmente, segni non immediatamente visibili ma che modificano in profondità la struttura fisica. E' il modo in cui cammini dopo che rivela le vicissitudini interne; è l'andamento leggermente claudicante e al tempo stesso più sicuro di chi sa che qualche osso spezzato non può impedire di rimettersi in piedi e tornare a camminare.
Con un po' più di calma mi viene da pensare che, dopo tutto, un altro augurio è il caso di farlo, per me stessa questa volta; l'unica cosa che posso volere al momento è recuperare la capacità di meravigliarmi: è troppo tempo che niente e soprattutto nessuno riesce a stupirmi. Il 2012 mi ha lasciata in uno stato di impassibilità di fronte al mondo, uno stato che fa venir voglia di saltare in un dirupo pur di sentire qualcosa, pur di lasciarsi cogliere di sorpresa, anche dal più lancinante dei dolori! Ebbene, vorrei non dover necessariamente desiderare il dolore per potermi stupire.

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