sabato 22 marzo 2014

Quando ti innamori dell'ennesimo film d'animazione: Frozen

Quanto più vado avanti con gli anni, tanto più mi convinco del fatto che i cartoni animati, certi cartoni animati, non siano solo roba da bambini. Con Persepolis era ben chiaro e sfiderei chiunque a sostenere il contrario, qualche dubbio in più, che proverò ad eliminare, qualcuno lo potrebbe avanzare riguardo al film d’animazione del quale sto per parlare e cioè Frozen. Il regno di ghiaccio. Pensavo di mettere in stand-by il cervello per quell'oretta e mezza del film, ma questo sarebbe potuto accadere se non avessi badato ai “sottintesi”; sono del parere che ogni film sottintenda un modo di idee, a seconda di quello che sembra dare per scontato. Non è un caso che il cinema sia stato considerato un potente mezzo di propaganda dalle peggiori dittature del secolo scorso: fai apparire come normale, come ovvia, una cosa e la gente penserà davvero che lo sia!   
Vediamo, dunque, cosa dà per scontato questo film d’animazione dagli scenari stupendi (sono attratta dai paesaggi freddi, c’è poco da fare!).
Ci sono due principesse, due sorelle estremamente diverse, la prima della quali, Elsa, è gravata dal peso di un potere straordinario e pericoloso allo stesso tempo. Il primo dato interessante è proprio il non dare un’interpretazione netta, positiva o negativa, del potere della principessa: il potere di Elsa di congelare qualsiasi cosa tocchi è la possibilità di scelta, è il bene e il male a seconda di come lo si usi. Solo una cosa può inibire questa possibilità: la paura di coglierla.      
Secondo dato: riconoscere il potere di chi ci sta intorno di far apparire un dono come una maledizione e viceversa. Nulla in sé è un dono o una maledizione in realtà, ma se non si sta in guardia di fronte alle opinioni, anche delle persone più care, la più grande possibilità può diventare un peso opprimente. Chi siamo e cosa possiamo fare di quello che siamo lo dobbiamo decidere solo guardando per bene dentro noi stessi e non intorno a noi.          
Terzo punto, quello che fa capire che ormai (ed era pure ora!) la visione dei ruoli sociali sta iniziando a cambiare: se si dà un occhiata ai personaggi si troverà una principessa, un’altra principessa, un principe opportunista, un commerciante di ghiaccio generoso, una renna e un pupazzo di neve. Secondo la tradizione delle fiabe ad ogni principessa spetterebbe un aitante sposo che la salvi... Secondo la tradizione appunto! Qui, invece, la protagonista, Elsa, non solo resta felicemente nubile alla fine del film, ma, come profetizzato dai troll, si rivela anche essere colei che, con “un atto di vero amore”, riesce a salvare la vita della sorella Anna.        
Una principessa che ne salva un’altra era merce rara da trovare nella nostra cultura!  
Credo sia ormai superfluo dare esplicitamente la mia approvazione a questo film, ma aggiungerei ancora che a suo favore giocano anche le colonne sonore: non a caso, proprio ascoltandone una, mi sono incuriosita e ho deciso di guardarlo.



2 commenti:

  1. Adoro! Nulla da aggiungere (a parte una breve antipatia per Anna ad un certo punto)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, diciamo che Elsa è decisamente ad un altro livello! :D

      Elimina