lunedì 19 dicembre 2011

Dalle vecchie lezioni liceali

Durante l'ultimo anno del liceo le lezioni di Storia dell'arte mi davano sempre un piacevole senso di stordimento e di curiosità inappagata che mi spingeva ad evadere da un mondo che mi appariva decisamente troppo ristretto. 
Tra gli autori che più mi colpirono, per quanto possa sembrare strana come predilezione, c'era Giambattista Piranesi. 
Sarà per la cura di dettagli, sarà per i toni cupi ma qualche viaggio mentale nelle carceri piranesiane me lo sono fatto spesso... 
A guardare le immagini mi sembrava di sentire un suono metallico assordante e quando cercavo di percorrere tutte quelle scale mi rendevo conto che la maggior parte finiva nel nulla...
Nelle carceri piranesiane si muore, diceva il mio professore, si muore per lacerazione... si muore per eccessiva frammentazione dell'Io aggiungo...
Una volta dentro fuggire è impossibile, devi salire e scendere e poi risalire, perderti tra le scale, e vorresti essere molteplice per percorrerle tutte e quindi, mentre sali, mandi una parte di te giù e non termini la salita... Ti potrebbe capitare di urlare, cercare aiuto, perché, se c'è un rumore così assordante, deve esserci qualcuno che lo produce. Ma le tue urla si confondono col rumore e, se pure il rumore non ci fosse, non ci sarebbero comunque orecchie umane in ascolto... La sensazione è quella della perdita totale della propria unità...

1 commento:

  1. genio *_* troppo poco apprezzato nelle scuole... E troppo osannati i "grandi classici" a me piace molto anche Ensor e Munch ( quello dell'urlo ).

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