domenica 25 dicembre 2011

Il 25 dicembre e le questioni sull'Amore

Natale 2011: ho trascorso metà della giornata a mangiare e l'altra metà a leggere. 
Pensare al fatto che mancano solo sei giorni alla fine dell'anno un po' mi rallegra, sarà quasi come sgravarsi di un peso... 
Mentre mi godo i giorni dell'addio, rifletto su questo:
Anche questa è un'idea che la ragione stessa potrebbe forse avere, una ragione, però, che fosse uscita un po' dalla sua calma abituale: immaginare l'Amore Universale come l'Eterno Artefice. Egli ama la creazione finché la crea, ma distoglie il suo amore dalle parti già compiute. Giacché l'artista deve amare anche le cose più orribili per poterle formare, ma quel che è già fatto, anche se è buono, si raffredda ai suoi occhi, si fa così vuoto d'amore che egli a stento vi si riconosce ancora, e sono rari e imprevedibili i momenti in cui il suo amore rinasce ed è lieto dell'opera sua. Si dovrebbe dunque pensare: Ciò che ci regge ama quel che crea; ma il suo amore si allontana e s'avvicina dalla parte compiuta della creazione in un lungo riflusso e in un breve flusso [Robert Musil - L'uomo senza qualità].
Se ci rifletto trovo che questa sia una buona spiegazione per molti dei comportamenti che assumiamo durante la nostra vita. Non so, però, se, a partire da una spiegazione simile, si possa arrivare ad una soluzione all'eterno problema dell'incostanza dell'Amore. Bisognerebbe dare continuamente in pasto a questo demone un quid di increato a cui dar forma. Bisognerebbe essere artisti formati per creare e materia informe per essere costantemente plasmati. 
L'Amore, come diceva anche Spinoza, è un'azione, e, come tale, ha bisogno di esercitarsi su qualcosa, non può girare a vuoto per lungo tempo.

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