sabato 23 giugno 2012

Nota sulla sincerità

Ci sono tanti valori o presunti tali che al giorno d'oggi sono decantati con orgoglio da quanti sostengno di esserne portatori e, tra questi, ce n'è uno che, per i suoi effetti, mi ha sempre dato da pensare: oggi si parla di sincerità.
Una persona sincera è generalmente ritenuta buona, portatrice di un valore che richiede coraggio e senso di responsabilità, desiderosa di instaurare col mondo rapporti autentici... E si potrebbe andare avanti per molto ancora a sciorinare tutte le possibili positività di questa virtù. Questo è quanto si pensa, dunque, quando qualcuno ci dice "Io sono sincero".
Poi ho pensato a tutte le volte che ho usato io espressioni di questo tipo, ovvero ogniqualvolta dovevo giustificarmi per una cattiveria detta. E ho notato anche che, generalmente, quando si dà la premessa "Sarò sincero" o qualcosa di simile, si è sempre sul punto di dire qualcosa di poco piacevole per chi ci sta di fronte. E dunque: perché si sbandiera la propria sincerità solo quando si deve dire qualcosa di spiacevole? Perché, ad esempio, non diciamo mai, con aria seria (tipica aria di chi è sincero), "Sarò sincero: ti amo da morire!"?
Posso solo avanzare, nel mio piccolo, qualche ipotesi.
Prima di tutto credo che si voglia far passare in secondo piano ciò che si sta per dire rispetto al modo in cui lo si dice, cioè un modo sincero, quasi ci si volesse giustificare attraverso questo modo di procedere: se si è sinceri è lecito dire qualsiasi cosa, perché la sincerità è una virtù che, come tutte le virtù, si autolegittima. Che poi tra la virtù com'è pensata e la virtù com'è applicata vi sia un abisso, questo è un altro problema...
Ma perchè questo bisogno di giustificazione? Per lo più ci si giustifica quando si sa di commettere qualcosa di ingiusto; di qui il meccanismo perverso: rendo giusto qualcosa di ingiusto mediante il ricorso ad un valore. Intanto, però, sono ben consapevole della cattiva coscienza che è alla base di quell'atto che decanto come giusto perché sincero. Paradossalmente la sincerità diventa la più falsa delle maschere, un'arma che consente di ferire e lasciare, allo stesso tempo, senza possibilità di riscatto chi abbiamo ferito, perché certo nessuno si sognerebbe di attaccare apertamente un valore che va di moda come la sincerità!


Programmi per la vita futura: far assurgere l'artificio a valore supremo.

3 commenti:

  1. La sincerità è la maschera più falsa nasconde la cattiveria, meglio usarla solo quando si può incoraggiare qualcuno e basta altrimenti meglio il silenzio!

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  2. Possiamo essere sinceri oppure mentire, ma la verita' non ha bisogno di essere inbellettata, se ne sta sempre li, chiunque voglia davvero vederla "la vede", nella sua autoevidenza, perche' allora affannarsi?? Anche l'inganno e' necessario per sopravvivere, mentiamo per velare l'autoevidenza delle cose, delle situazioni, e cosi molte volte inganniamo anche noi stessi per una giusta ragione.

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