lunedì 6 febbraio 2012

Ventitré

6 febbraio 2012
Nel campus deserto, ad accogliermi, c'è solo la neve che il vento mi soffia in faccia: fa talmente schifo questa neve che non riesce ad attaccarsi da nessuna parte e corre in orizzontale nell'aria per schiantarsi e liquefarsi contro il primo muro! 
L'università è chiusa: parcheggio vuoto, strade vuote, terminal vuoto... E io ho deciso di trascorrere il giorno del mio ventitreesimo compleanno in questo vuoto, dove tutti sono troppo lontani per raggiungermi.
La prima cosa che ho fatto, dopo aver disfatto la valigia, è stata aprire il libro di Filosofia medievale per iniziare a preparare l'ultimo esame del semestre e, quasi in contemporanea, ho acceso il computer per ascoltare un po' di musica (come al solito, di tanto in tanto, mi fisso con una canzone e quella di oggi si chiama A fior di pelle)...
In questo nulla ho deciso di trascorrere il mio ventitreesimo compleanno... Per quale motivo? Ebbene, in tutta sincerità, il motivo reale non lo conosco neppure io: non avevo feste da cui fuggire perché tanto non festeggio mai, non avevo nulla da cui dover andare via... E' proprio strana la situazione per cui non si ha nulla da cui fuggire ma neppure nulla che ti trattenga: qualunque cosa tu scelga non cambia nulla...
E quindi eccomi a guardare dalla finestra il mondo scosso da questo vento che mi sembra più violento del normale...
Nella gioia perversa che mi lega ai momenti di fine questa situazione non mi dispiace neanche, è un buon modo per restarmene a pensare in tutta tranquillità, ancora una volta faccia a faccia con me stessa...
Il numero ventitré mi sembra così strano oggi: ventitré anni sono tanti o pochi? Mi convinco sempre di più che l'età sia questione di punti di vista: ho quarant'anni da diversi anni ormai... 



La gente che mi guarda non azzecca mai la mia età!

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