mercoledì 15 giugno 2011

La libertà uccide!

Oggi, come la maggior parte dei giorni della mia vita, ho studiato per gran parte della giornata. 
Eppure trovo ci sia qualcosa di diverso in queste giornate di studio rispetto a quelle del liceo... Faccio un salto nel passato (vivo metà della mia esistenza immersa nei ricordi) per rendermi conto di quanto sia stata totalizzante l'esperienza del liceo: le mie giornate erano scandite da radici di verbi irregolari e da desinenze di declinazioni improponibili nonché dal ritmo degli spostamenti di accenti acuti e circonflessi su parole delle quali dovevi ricordare il numero di sillabe. Era tutto terribilmente normale. Svegliarsi alle sei e trenta, andare a scuola, farsi un paio di interrogazioni, tornare a casa alle tredici e trenta e alle quattordici stare già sui libri e starci fin verso le undici se andava bene, fino alle due se andava meno bene: tutto normale!Arrivo all'università... e rischio di morire per overdose di libertà! Dopo tre anni di università sto ancora qui a combattere con la studentessa ginnasiale che pretende di stare sui libri fino all'ultimo minuto della sua giornata per sentirsi soddisfatta.Forse ero soddisfatta perché non avevo il tempo per pensare.

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