lunedì 18 luglio 2011

Volevo fare la "fumettara"...

Da piccola volevo fare la "fumettara"... Fino ai quattordici anni ho avuto le dita perennemente sporche di china. Squadravo pazientemente le tavole bianche, disegnavo la gabbia, inserivo le figure e i balloons, le ripassavo con la china e poi inserivo i testi con la matita, perché da qualche parte avevo letto che i testi andavano scritti a matita. Una pazienza da monaco amanuense! Il mio vizio? Iniziavo le storie ma le finivo solo nella mia testa, ad un certo punto dell'opera mi lasciavo prendere dallo sconforto, che, nonostante i giorni e giorni di pazienza, a volte anche mesi, prima o poi arrivava, puntuale come la morte. Questo sconforto ha accorciato sempre di più i tempi, fino a quando non ho smesso di dare inizio alle mie storie, ho messo il tappo alla fantasia e mi sono data alla ragione... Per una strana coincidenza il mio ottimismo è deceduto in contemporanea con il mio sogno di adolescente.
Mi restano solo tanti personaggi su carta che aspettavano di vivere...

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